Le delegazioni di Russia e Ucraina sono a Istanbul, in Turchia, dove si stanno tenendo i primi colloqui di pace diretti dal 2022 tra i due Paesi in guerra.
L’assenza dei presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky lascia però poche speranze alla fine del confitto in breve tempo. La Turchia farà da mediatrice nel vertice che è attualmente in corso a Palazzo Dolmabahce.
“L’assenza dei dei principali attori di fatto rende sostanzialmente inconsistente il tentativo di dialogo. – ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, Claudio Bertolotti dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di Politica internazionale – Da un lato, la volontà Ucraina di partecipare a un dialogo negoziale parrebbe più funzionale a confermare i favori dell’Occidente. Dall’altro lato può sembrare che ci sia una mano tesa dalla Russia, ma in realtà così non è”.
I leader non ci saranno ma le delegazioni ucraina e russa, presenti a Istanbul, sono nutrite. La delegazione di Kiev, guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, comprende, secondo i media ucraini, anche il primo viceministro degli Affari Esteri Sergei Kislitsa, il vicepresidente del Servizio di sicurezza Oleksandr Poklad e il primo vicecapo del Servizio di intelligence estera Oleg Lugovskiy.
Bertolotti in esclusiva a Notizie.com: “Il tempo è l’arma principale di cui gode la Russia”
“Credo che l’obiettivo di Putin sia sostanzialmente quello di spostare un’ipotetica soluzione in avanti nel tempo. – ha continuato Bertolotti – Il tempo è l’arma principale di cui gode la Russia. Garantisce la guerra di logoramento e persegue l’obiettivo di indebolire sempre più sempre più l’Ucraina per allontanare sempre più Paesi occidentali che hanno accettato di sostenere l’Ucraina e le cui opinioni pubbliche sono sempre meno favorevoli”.
La delegazione russa è guidata dal consigliere di Putin, Vladimir Medinsky, che ha già rappresentato la Federazione Russa ai negoziati del 2022. Nella lista figurano anche: il vicecapo del ministero degli Affari Esteri russo Mikhail Galuzin; il capo della direzione principale dello Stato maggiore della Russia Igor Kostyukov; il viceministro della Difesa della Federazione Russa per la cooperazione internazionale Aleksandr Fomin.
“L’incognita dinamizzante e determinante è rappresentata ovviamente dal presidente Usa Donald Trump. – ha spiegato l’esperto Ispi – Trump sostiene l’Ucraina e senza tale sostegno Kiev non potrebbe proseguire la guerra. La questione è: fino a quando l’amministrazione statunitense vorrà mantenere l’attuale livello di sostegno? Credo e temo che la guerra durerà ancora a lungo. Quello che vuole fare Putin e erodere lentamente le difese Ucraina in modo tale da potersi consolidare più in profondità a livello territoriale”.
Secondo Bertolotti l’obiettivo sarebbe quello di andare a toccare i nuovi bacini minerali sui quali l’amministrazione statunitense ha posto le proprie attenzioni con la firma del patto sulle Terre rare.
La guerra in Ucraina, le Terre rare e la Siria
In questo scenario la Russia potrebbe anche andare a toccare quelli che sono gli interessi teorici degli investitori statunitensi. Sarebbe quindi un’ulteriore carta da giocare sul tavolo negoziale.
“La Russia – ha concluso Bertolotti – non ha in questo momento la volontà di giungere a un accordo negoziale a meno che non ci sia un vantaggio ben più ampio. Ciò potrebbe avvenire anche giocando su più tavoli. Non dimentichiamo che c’è anche la questione siriana con cui gli Stati Uniti hanno stretto un accordo per la cancellazione delle delle sanzioni. È un territorio su cui guarda con grande attenzione interesse la Russia in virtù delle sue basi militari e che garantisce uno sbocco sul mare”.