Dal testa a testa con Prevost all’elezione: com’è stato eletto il Papa e cosa farà adesso l’ex diplomatico Vaticano Parolin

Parolin era tra i preferiti: cosa è accaduto in conclave che ha portato ad eleggere Leone XIV? E cosa farà ora l’ex segretario di Stato di Papa Francesco?

Continuità. È la parola chiave del Pontificato che verrà di Leone XIV, ed è emersa fin da subito, prima nel discorso sulla loggia di San Pietro ai fedeli, e dopo durante l’omelia di questa mattina, venerdì 9 maggio, nella prima messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina.

Pietro Parolin parla ai fedeli
Dal testa a testa con Prevost all’elezione: com’è stato eletto il Papa e cosa farà adesso l’ex diplomatico Vaticano Parolin (Ansa Foto) – notizie.com

Più e più volte in entrambe le occasioni il Papa ha nominato il suo predecessore Francesco, che lo ha reso vescovo e con il quale ha sempre condiviso le posizioni su tematiche attuali come l’immigrazione, la povertà e la pace. E proprio la pace è stata al centro del primo intervento dinanzi ai fedeli, che di fatto ha tracciato la strada della Chiesa per i prossimi anni.

Si cercava un pastore, lui lo è, ed ha dichiarato che l’impegno “irrinunciabile” dei ministri della Chiesa è “sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato”. Dalle curiosità sulla fede calcistica, passando per dove abiterà e le sue origini un po’ italiane, un po’ francesi e largamente americane, l’elezione di Leone XIV ha letteralmente monopolizzato l’interesse mondiale, e in queste ore non si parla d’altro che del nuovo Papa. Di quello che farà e anche di come è stato eletto.

Il testa a testa tra Prevost e Parolin

E in questo articolo ci soffermeremo proprio su quest’ultimo punto: il nome del cardinale Robert Francis Prevost era circolato solo nelle ultime ore prima dell’Extra Omnes nel totopapi che pure ha tenuto altissima l’attenzione dei fedeli. Tra i nomi più papabili, primo su tutti c’era stato Pietro Parolin, segretario dello Stato Vaticano durante il Pontificato di Papa Francesco, e uomo proveniente dalla diplomazia. Suo è l’accordo del 2018, dopo anni di trattative, sulla gestione dei rapporti con la Cina.

Qualcuno ha scritto che Parolin sia entrato in conclave da Papa e che ne sia uscito cardinale, richiamando il vecchio proverbio che si riferisce a chi entra nella Cappella Sistina con grandi aspettative e ne esca deluso. Come più volte detto su queste pagine, quello che è accaduto dopo l’Extra Omnes non potrà diventare pubblico, dal momento che i prelati e gli addetti ai lavori hanno fatto un giuramento di segretezza che se violato, comporta la scomunica.

Quindi non è dato sapere con certezza se effettivamente Pietro Parolin sia stato uno dei nomi più gettonati a diventare Papa, oppure se si sia trattato solo di supposizioni dei media. Quello che sappiamo però, è che è stato accanto a Papa Francesco e rappresentava una figura in grado di dare continuità al suo operato.

Rumors: il favorito Parolin avrebbe rinunciato

Ma poi qualcosa è accaduto tra quelle quattro mura celebri anche per i grandiosi affreschi di Michelangelo. E alla fine i 133 cardinali hanno scelto Robert Francis Prevost e non lui. Secondo i rumors, un testa a testa con Parolin ci sarebbe effettivamente stato. Per il Corriere della Sera, in occasione della seconda fumata (quella delle 12 di giovedì 8 maggio), il segretario di Stato uscente aveva 49 voti a suo favore contro i 38 di Prevost.

Papa Leone XIV sulla loggia di San Pietro
Rumors: il favorito Parolin avrebbe rinunciato (Ansa Foto) – notizie.com

Poi, la pausa pranzo, il ritorno ai banchi e il quorum di 89 preferenze per il cardinale americano. Ovviamente tutti questi numeri vanno presi con le pinze, in virtù del segreto giurato. Ma secondo voci di corridoio, a fare un passo indietro sarebbe stato Parolin stesso, chiedendo ai suoi elettori di votare Prevost o altri della corrente conservatrice come Dolan o Burke.

Cosa farà adesso Pietro Parolin?

Ma quale sarà adesso il futuro di Pietro Parolin? L’ex diplomatico di Papa Francesco potrebbe decidere di “ritirarsi” a un ruolo meno in vista negli uffici diplomatici o nella Curia, oppure essere nuovamente nominato segretario di Stato in forza alla sua esperienza. O magari, considerarsi alla fine della carriera e decidere di pubblicare memorie e riflessioni sul suo passato. Quello che accadrà, lo sapremo solo nei prossimi giorni.

 

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