Taglio del cuneo fiscale 2025, c’è chi ci guadagna (e c’è chi ci perde): a quale gruppo appartieni?

La legge di Bilancio 2025 porta con sé il taglio del cuneo fiscale: cosa cambierà per i lavoratori dipendenti?

Taglio cuneo fiscale 2025: facciamo due conti
Taglio del cuneo fiscale 2025, c’è chi ci guadagna (e c’è chi ci perde): a quale gruppo appartieni? – notizie.com

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto una misura che sta facendo discutere: il taglio del cuneo fiscale. Questa decisione, destinata a incidere sulle buste paga degli italiani, presenta vincitori e vinti in un gioco di equilibri che merita un’analisi approfondita.

Al centro della scena troviamo i lavoratori dipendenti con redditi annui compresi tra i 35 mila e i 44 mila euro. Questo gruppo, escluso lo scorso anno dal beneficio, si appresta ora a godere di un vantaggio economico non indifferente. La misura prevede infatti per loro un incremento netto annuale che parte da mille euro per chi si trova al limite inferiore della fascia fino ad arrivare a poco più di cinque euro per coloro che sfiorano il tetto massimo. Si stima che circa due milioni di lavoratori rientrino in questa categoria beneficiaria.

Taglio del cuneo fiscale, per 12,3 milioni di italiani non ci sarà alcun miglioramento

Tuttavia, la medaglia ha anche il suo rovescio. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, ben 12,3 milioni di italiani non percepiranno alcun miglioramento nella propria busta paga come conseguenza diretta del taglio del cuneo fiscale. Ancora più critica appare la situazione per gli 805 mila lavoratori che subiranno una perdita netta e per altri 310 mila ai quali verrà meno un beneficio precedentemente acquisito. La causa principale risiede nella decisione del governo Meloni di calcolare da quest’anno il “reddito complessivo”, escludendo così dallo sconto fiscale coloro che hanno altre fonti di entrata.

Il colpo più duro è riservato ai lavoratori con redditi particolarmente bassi: coloro che guadagnano tra gli 8.500 e i 9 mila euro all’anno vedranno evaporare l’intero trattamento integrativo da 1.200 euro precedentemente garantito dal bonus Renzi-Conte. Questa fascia rappresentativa dei redditi più modesti subirà dunque una perdita significativa pari a due mensilità.

La Cgil ha messo in evidenza come al di sotto dei 35 mila euro annui le perdite siano limitate ma comunque presenti, oscillando dai quattro ai centinaia euro netti in meno all’anno; eccezion fatta proprio per la fascia tra gli 8.500 e i 9mila euro dove la situazione diventa drammatica.

La CGIL mette in guardia sugli effetti di questo taglio
Taglio del cuneo fiscale, per 12,3 milioni di italiani non ci sarà alcun miglioramento – Screenshot CGIL – notizie.com

Quest’analisi mette in luce come il taglio del cuneo fiscale sia una misura dalle molteplici sfaccettature: se da un lato premia determinate fasce di reddito medio-alto reintegrando vantaggi fiscali persi o mai concessi nel passato recente, dall’altro penalizza pesantemente i lavoratori con stipendi bassissimi e senza altre fonti d’entrata.

In questo scenario complesso emerge quindi una divisione netta tra beneficiari diretti della manovra e coloro che ne subiscono le conseguenze negative; divisione tanto più marcata quando si considerano le difficoltà già presentate dai redditi più bassi nel far fronte alle spese quotidiane in un contestino economicamente instabile.

L’impatto reale del taglio sulle diverse fasce reddituali sarà oggetto nei prossimi mesi delle attenzioni sia dell’esecutivo sia delle parti sociali interessate alla redistribuzione equilibrata delle risorse disponibili attraverso politiche fiscali mirate ed efficaci.

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