Alessandro Impagnatiello in Aula per la requisitoria chiede di non essere fotografato e ripreso. La pm: “Uno psicopatico, bugiardo, senza scrupoli”.
Nel giorno dell’anniversario di Giulia Cecchettin, arriva in Aula anche Alessandro Impagnatiello, imputato del femminicidio di Giulia Tramontano. Oltre alla pubblica accusa, prenderanno la parola gli avvocati delle parti. La sentenza è attesa per oggi, lunedì 11, o per il 25 novembre. L’accusa chiede l’ergastolo con isolamento diurno.
Alessandro Impagnatiello ha chiesto di non essere ripreso e fotografato ed è chiuso nella cella degli imputati. Con sguardo impassibile e testa chinata, ascolta la durissima requisitoria della pm Alessia Menegazzo: “Oggi ripercorreremo brevemente le tappe fondamentali di un viaggio dell’orrore”, dichiara, prima di rivolgersi alla Corte di Assise di Milano presieduta da Antonella Bertoja.
La pubblica accusa non fa sconti mentre ripercorre i mesi precedenti alla morte di Giulia Tramontano, ricordando di quando il barman somministrava veleno per topi a lei e al piccolo Thiago, che aspettava di nascere ma non ha potuto vedere la luce. “Castelli di bugie”, svelati tutti nel corso delle indagini. In Aula ci sono anche i familiari della ventinovenne, la madre Loredana Femiano, il padre Franco e il fratello Mario.

Impagnatiello è imputato di omicidio aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà, dalla premeditazione e dal vincolo della convivenza, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. Menegazzo ricorda che ha confessato quando le prove nei suoi confronti erano schiaccianti. “Non sapremo mai cosa sarebbe successo, ma la serialità è un tratto della sua personalità”, dice, ricordando che la sera del femminicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello è andato a casa dell’ex collega di lavoro che, spaventata, non gli ha aperto la porta. “Quella sera, ostinato, insiste che il figlio che Giulia portava in grembo non è figlio suo, insiste che Giulia ha problemi psichici, dopo che l’aveva barbaramente uccisa”.
Alessandro Impagnatiello, la pm: “Psicopatico, bugiardo, senza scrupoli”
Per la pm il barman è un “un bugiardo. È uno psicopatico, bugiardo e senza scrupoli”. Parlando di un vero e proprio agguato ricorda che Giulia non si è difesa: “Questo perché lui, quando è tornato a casa, ha organizzato un vero e proprio agguato. Qui davanti a voi ha raccontato una storia che non ha senso. La scena del crimine è stata preparata con estrema cura”.
Nessuno sconto, ma ergastolo con isolamento diurno: questa la richiesta dell’accusa. Se i tempi lo consentiranno, la Corte di Assise di Milano potrebbe ritirarsi già oggi in camera di consiglio ed emettere sentenza. Contro di lui ci sono le prove, la confessione e la perizia psichiatrica richiesta dai giudici, dalla quale è emerso che Impagniatiello è capace di intendere e di volere.
Menegazzo spiega che il barman avrebbe premeditato il femminicidio di Giulia Tramontano, “tentando di eliminare madre e figlio con la somministrazione di veleno”. Nessun raptus quella sera, ma “narcisismo mortale”. E un “quadro criminoso”, portato avanti con “lucidità e controllo”. Una “rabbia fredda”, e l’obiettivo di “inscenare la scomparsa di Giulia con l’evidente scopo di simulare un suicidio”.
Parole anche per Giulia Tramontano, agente immobiliare di Sant’Antimo, viveva a Senago con Impagnatiello: “Ha firmato la propria condanna a morte quando gli ha detto che aspettava un bambino”. La ventinovenne aveva provato a lasciarlo tre volte.
Nella dura requisitoria la pubblica accusa parla del barista come un “manipolatore, psicopatico e bugiardo”, ricordando che gli psichiatri ritengono che in lui ci sia “mancanza totale di empatia, di rimorso e di morale” e che “l’imputato ha ammesso i fatti quando ormai gli indizi erano schiaccianti, ha ammesso in fase di indagine e al processo”.
La parola anche agli avvocati di Impagnatiello e dei familiari di Giulia Tramontano
Rivolgendosi alla Corte, Alessia Menegazzo ha detto: “Il dibattimento ha consegnato prove certe e dunque la vostra decisione, qualunque sia, sarà serena e basata su prove certe”. Dopo la Procura, prenderanno la parola l’avvocato Giovanni Cacciapuoti che difende la famiglia della vittima e le legali Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia di Alessandro Impagnatiello.
Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate. Impagnatiello è accusato di aver tentato di sbarazzarsi del corpo e di depistare le indagini. Si sarebbe convinto ad agire dopo un incontro tra la compagna e l’altra donna. Dopo aver ucciso Giulia avrebbe provato a bruciarne il cadavere nella vasca da bagno senza esito, prima di trascinarlo lungo le scale e nasconderlo in cantina. Lì avrebbe provato di nuovo a darle fuoco con la benzina. Ha nascosto il corpo di Giulia nel bagagliaio dell’auto e l’ha avvolto in buste di plastica. Ha confessato l’omicidio il primo giugno.
Dalle indagini è emerso che già mesi prima Impagnatiello avrebbe cercato su internet informazioni sugli effetti del veleno per topi. Avrebbe mentito all’altra donna anche sulla paternità del piccolo Thiago e l’avrebbe cercata dopo aver ucciso Giulia. Avrebbe depistato le indagini scrivendo dal telefono della vittima quando era già morta. Avrebbe cercato su internet “ceramica bruciata vasca da bagno” nel tentativo di ripulire tutto. Avrebbe acquistato la benzina in anticipo.
“Cara Giulia, non è più tempo di orrore, non è più tempo di bugie, di egoismo e cattiveria”. Poche parole sui social, quelle della madre della vittima poco prima dell’inizio dell’udienza. “Chiunque di abbia incrociato nel percorso della vita, conserva oggi un dolce ricordo che resterà un segno indelebile nella sua anima”.
E Chiara, la sorella di Giulia, su Instagram: “Non c’è giorno in cui non ci manchi. Il tuo ricordo è la nostra forza, la tua assenza il nostro silenzio più profondo. Sei parte di noi, oggi e per sempre”.