Messina Denaro, nuovi colpi di scena: spuntano altri arresti

Matteo Messina Denaro, nuovi ed importanti colpi di scena quelli che arrivano nella vicenda del boss: spuntano altri arresti 

Importante blitz quello effettuato, nelle ultime ore, da parte dei carabinieri contro la rete di fiancheggiatori del boss mafioso deceduto, Matteo Messina Denaro. Secondo quanto riportato dalle ultime fonti pare che il Ros dei militari dell’arma abbia arrestato tre persone ritenute vicine al nativo di Castelvetrano. Si tratta dell’architetto Massimo Gentile, del tecnico radiologo dell’ospedale ‘Ajello’ di Trapani, Cosimo Leone e di Leonardo Salvatore Gulotta.

Nuovi arresti
Matteo Messina Denaro (Ansa Foto) Notizie.com

Per gli inquirenti, inoltre, non ci sarebbero dubbi sul fatto che Gentile sia un esponente di “Cosa Nostra“. Proprio lui avrebbe ceduto a Messina Denaro la propria identità per fargli acquistare un’auto ed un motociclo, con tanto di polizze assicurative, operazioni bancarie e molto altro. Un modo per cercare di eludere le forze dell’ordine e di muoversi senza problemi.

Messina Denaro, chi sono le persone arrestate e ritenute vicine al boss?

Chi è Massimo Gentile? Nativo di Erice (provincia di Trapani), da cinque anni è dipendente del Comune di Limbiate (Monza), dove si occupa dei procedimenti del servizio Lavori pubblici e gestisce progetti finanziati con il Pnrr. A coordinare le indagini il Procuratore Maurizio De Lucia. A quanto pare, quando era latitante, Messina Denaro nel 2014 girava per Palermo, andava in banca e poi acquistava una vettura (Fiat 500 L). Versò 1.000 euro in contanti e altri 9.000 euro con assegno circolare emesso da una filiale di Palermo. La firma? Proprio di Massimo Gentile. Due anni prima gli aveva prestato la propria identità anche per acquistare una moto Bmw F650.

Nuovi arresti
Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

Chi è Cosimo Leone? L’uomo che avrebbe assicurato al boss le proprie competenze tecnico mediche, relazioni personali e possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie all’ospedale di Mazara del Vallo. In piena pandemia Covid il boss scoprì di avere un tumore e doveva necessariamente essere sottoposto ad una tac. La stessa che venne effettuata all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo (Trapani) con tanto di falsa identità e scavalcando la lista d’attesa (invece del 20 novembre la fece dieci giorni prima). Non solo: gli avrebbe consegnato anche un cellulare ricevuto da Andrea Bonafede con una scheda telefonica “riservata durante la degenza post operatoria“.

Per i magistrati non ci sono dubbi: c’era omertà trasversale anche tra i medici che aiutavano Matteo Messina Denaro. Per il Procuratore Maurizio de Lucia e i pm si tratta di una “omertà trasversale“.

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