Regionali Sardegna, Lai (Pd) a Notizie.com: “Centrosinistra diviso per colpa di Soru: spero che cambi idea”

La corsa alle elezioni regionali in Sardegna è emblematico sia per il centrodestra che per il centrosinistra.

Lega e Fratelli d’Italia hanno rischiato di spaccarsi sulla scelta del candidato tra il presidente uscente Christian Solinas e il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.

Renato Soru invece ha avuto l’appoggio di Italia Viva e Azione, dividendo di fatto il centrosinistra. Ne abbiamo parlato in esclusiva con Silvio Lai, deputato del Pd.

Renato Soru, Silvio Lai
Renato Soru, Silvio Lai (Ansa Foto) – notizie.com

Onorevole, manca poco alla presentazione delle liste in Sardegna.
Purtroppo si è consolidato un quadro di rottura del centrosinistra, mentre appare, un’unità del centrodestra, raggiunta anche forzatamente e con una pressione forte delle segreterie nazionali. Il centrosinistra poteva presentarsi alle urne molto più competitivo, invece dovrà cercare di concorrere solo con una parte”.

Dà la colpa a Renato Soru?
L’iniziativa che ha assunto Soru non è coerente con il suo passato, con la sua storia e con le sue idee politiche. Appare come una reazione che non è giustificata rispetto a un percorso molto lineare di un’alleanza fatta alla luce del sole, e anche conseguente di quello che è successo alle politiche”.

Si riferisce alla decisione di Pd e Movimento 5 Stelle di non correre insieme alle elezioni nazionali?
Se alle politiche Movimento 5 Stelle e Pd si fossero presentati insieme sarebbero stati competitivi. E dico di più: se tutte le opposizioni si fossero presentate insieme, compresi Azione e Italia Viva, la maggioranza dei cittadini non avrebbe votato il centrodestra. Alle elezioni occorre unità. In Sardegna, per me la responsabilità è tutta concentrata su ciò che sta facendo Renato Soru e spererò fino all’ultimo momento che scelga di tornare indietro”.

Le larghe intese sono fallite alle politiche e anche alle regionali?
Non dico che sono fallite. Il Pd e il M5S sono compatti. L’unica rottura riguarda la personalità specifica di Renato Soru. Il Partito democratico è interamente convinto dell’alleanza. Insieme a noi e ai cinque stelle ci sono altre otto liste che si presenteranno insieme, per un totale di 10 che rendono forte il centrosinistra. Ma in un contesto in cui il centrodestra ha la maggioranza del Paese, dividere il centrosinistra vuol dire metterlo a rischio in competizione. Soru separa il centrosinistra e aggrega intorno a sé forze poco coerenti: mettere insieme Rifondazione e Calenda non ha una coerenza progettuale e programmatica. Soru non si macchi della responsabilità di consegnare di nuovo la destra alla Sardegna”.

Non si voterà solo in Sardegna.
Nelle altre Regioni si è ancora molto indietro. Credo che sul campo del centrodestra ci saranno sorprese: il cambio del candidato uscente in Sardegna comporterà un cambio anche in altre Regioni. La resistenza che Meloni sta opponendo al terzo mandato fa dedurre che ci saranno cambiamenti non solo nelle quattro Regioni che voteranno quest’anno, ma anche in quelle che andranno alle urne l’anno prossimo. Penso al Veneto: è difficile che FdI perda l’occasione di aprire un ciclo anche in Nord Italia, dove ha raggiunto un risultato molto elevato. Per quanto riguarda il campo largo invece, se il tentativo sardo di mettere insieme tutte le opposizioni avrà successo, ciò influenzerà positivamente anche la Basilicata e il Piemonte. Credo che il Movimento 5 Stelle sia alla finestra per vedere qual è il risultato che otterrà dall’alleanza per competere e governare col Pd”.

Intervista al 'Quotidiano Nazionale'
Renato Soru (Ansa Foto) Notizie.com

È favorevole al terzo mandato?
Sono convinto che non sia utile. È pensato per colpare ed equilibrare il potere forte dei governatori. Se lo si rivede, occorre ridare funzione e ruolo ai consigli regionali e comunali. Sindaci e presidenti di Regione sono padroni assoluti. L’esecutivo prevale totalmente sulle funzioni rappresentative. Per cui, se si decide di dare il terzo mandato, non può che essere dato insieme alla revisione delle funzioni delle assemblee, altrimenti si rischia di dare per la terza volta e per 15 anni, un potere assoluto a sindaci e presidenti di Regioni”.

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