Artena, gli ultimi aggiornamenti dei legali del Comitato: “Fassa rinuncia”

La scelta di Fassa Bortolo srl di rinunciare alla richiesta di sospensiva da loro stessi presentata al Consiglio di Stato è la miglior dimostrazione della infondatezza di questa istanza. Una decisione tutto sommato di buonsenso, anche se tardivo, che dimostra le ragioni giuridiche e ambientali sostenute da noi in rappresentanza del Comitato sorto per tutelare l’ambiente e la salute nel territorio compreso tra Artena e Cori, e dai legali del Comune di Cori”. È quanto dichiarano i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno, legali del “Comitato Uniti per la Salvaguardia dell’Ambiente e della Salute”.


Ampliamento Fassa, Benozzo (Comitato Uniti per la Salvaguardia dell’Ambiente e della Salute): “Vero pericolo è per salute e ambiente”

Fassa Bortolo ha chiesto al Consiglio di Stato di sospendere la sentenza del Tar che interrompeva i lavori, motivando la richiesta con il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile alle sue casse, non tanto agli introiti quanto addirittura al potenziale incremento di fatturato. Una motivazione che troviamo inaccettabile non solo perché un danno economico è, per sua natura, sempre riparabile e quindi non in grado di giustificare una sospensiva, ma anche perché il vero pregiudizio da escludere, quello sì irreparabile e gravissimo, attiene allo stato dei luoghi interessati, che attualmente sono terre vergini, non asfaltate, circondate da aree protette e terreni agricoli, e che subirebbero una modifica irreversibile se i lavori per lo stabilimento dovessero iniziare”. È quanto dichiara il prof. Matteo Benozzo, legale del “Comitato Uniti per la Salvaguardia dell’Ambiente e della Salute”, costituitosi lo scorso anno e che rappresenta già oltre duemila soci aderenti.

Fabbrica
Fabbrica – Notizie.com (PixaBay)

La sentenza del Tar Lazio ha prima sospeso e poi annullato in novembre l’autorizzazione all’ampliamento dello stabilimento di Fassa Bortolo ad Artena. Mentre la fabbrica ha finora lavorato “a freddo”, senza impiego di calore e innesco di reazioni chimiche, il nuovo progetto contemplerebbe l’installazione di forni e ciminiere per l’avvio della produzione “a caldo”, ovvero di lavorazioni ad altissime temperature tramite l’incenerimento di rifiuti e altri materiali. “Ciò che Fassa srl continua a voler ignorare è che i rischi per la salute di cittadini e territorio non dipendono dalla sola accensione del futuro stabilimento, ma anche dai cantieri che la precederebbero”, prosegue Benozzo.

Su questo progetto l’ASL di competenza non ha mai rilasciato alcun parere. Ciò non significa – come vorrebbe far credere l’azienda – che non vi siano pericoli, ma che i profili di salubrità pubblica non sono stati neanche indagati. E questo senza dimenticare – conclude il professor Benozzoche anche le richieste di nuovi e più dettagliati report da parte di ARPA sono state completamente disattese da Fassa Bortolo”.

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