Allarme in città, non nascono più bambini: è la più anziana d’Italia

Allarme in città dove non nascono più bambini ed è popolata da anziani: i numeri non mentono 

Gli ultimi aggiornamenti parlano fin troppo chiaro. La città si sta facendo sempre più vecchia. Non è affatto finita qui visto che rischia seriamente di spopolarsi. Se non è allarme allora poco ci manca. Questo è quanto fa sapere la Spi-Cgil provinciale unitamente alla lega di Perugia-Corciano-Torgiano. Nel capoluogo umbro, quindi, non nascono più bambini. Anzi, la città si fa sempre più vecchia ed abitata da anziani. Basti pensare che, al momento attuale, sono 161.748 i residenti della città di Perugia.

L'Umbria è la regione con più anziani
Neonato (Pixabay Foto) Notizie.com

Numeri decisamente diversi rispetto a 11 anni fa: nel 2012, infatti, erano ben 165.271. Vale a dire che la popolazione è calata del 2,1%. Di conseguenza, però, è cresciuto anche l’indice di vecchiaia. Nel 2012 era del 164%, mentre adesso è al 207%. Non è finita qui visto che, coloro che rientrano nella lista degli “Over 65“, hanno superato la soglia dei 40mila. Gli “over 80“, invece, sono prossimi al 9% della popolazione.

Perugia, la città più “anziana”: non nascono più bambini

Non solamente il dato demografico, la confederazione dei pensionati ha denunciato anche la questione economica e sociale. Per chi non lo sapesse le pensioni percepite dagli anziani e dalle anziane di Perugia sono mediamente molto basse. Si parla di 1540 euro lordi per i maschi e 1082 euro lordi per le femmine. Ed è per questo motivo che lo Spi ha voluto lanciare un appello alle istituzioni, alla Regione ed al Comune. Se non si interviene in fretta, per cercare di rimediare a questo problema, la situazione potrebbe peggiorare sempre di più.

L'Umbria è la regione con più anziani
Anziano (Pixabay Foto) Notizie.com

Quali sono le idee principali? La prima è quella di effettuare “un censimento” della popolazione anziana che vive nel vasto territorio del Comune di Perugia. Per la Spi Cgil bisogna fare un altro grande passo: ovvero l’assunzione di personale medico e paramedico nelle strutture sanitarie. In conclusione vorrebbero istituire la figura dell’infermiere di territorio o di quartiere, da integrare con le nascenti case di comunità.

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