Matteo Messina Denaro si trova attualmente ricoverato all’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila dopo che nella giornata di ieri ha iniziato ad accusare un malessere
Nella giornata di ieri è stato ricoverato d’urgenza per via dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il tutto per una occlusione intestinale con tanto di operazione. In questo momento, secondo quanto riportato da fonti vicine, pare che il boss stia bene. Il nativo di Castelvetrano era stato trasferito dal carcere (dove si trova al 41 bis) al reparto di chirurgia con imponenti misure di sicurezza. Questo è quello che ha fatto sapere, negli ultimi minuti, il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi. Una operazione che è andata bene, nonostante il suo tumore sia al quarto stadio.
Dopo l’operazione il boss si è risvegliato. Il garante afferma che il paziente è vigile ed attivo. “In questo momento si trova in terapia intensiva solo per prassi dopo interventi del genere. La degenza in ospedale dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna. Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere“.
Messina Denaro è in terapia intensiva: “E’ vigile ed attivo”
Nel frattempo sono arrivate anche le parole da parte del suo avvocato, Alessandro Cerella: “È completamente incompatibile con il regime carcerario soprattutto in quello più duro del 41bis. Con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, deve essere immediatamente ricoverato“. Ricordiamo che le condizioni dell’ex latitante, nell’ultimo periodo, si erano ulteriormente aggravate. Tanto è vero che non poteva rimanere nel carcere. Dove era stata allestita una stanza per la chemioterapia.
Il boss, lo scorso 15 gennaio, era stato arrestato nei pressi della clinica “La Maddalena” di Palermo dove stava per sottoporsi ad una seduta di chemio. Ai pm Messina Denaro, nel corso di un interrogatorio, ha rivelato: “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia. Io non mi pentirò mai“, così riferì al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.
