Alluvione Emilia-Romagna, il governatore Stefano Bonaccini punta nuovamente il dito contro il governo. Lo ha fatto in una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica”
Nei giorni scorsi aveva tuonato contro il governo. Il suo pensiero nei loro confronti non è assolutamente cambiato, anzi. A tre mesi dall’alluvione che ha colpito la sua regione, Stefano Bonaccini non vede alcun risultato prodotto da parte della squadra della Meloni. Una alluvione che ha provocato disastri, danni, sfollati e purtroppo molte vittime. La ricostruzione della regione non decolla. “Non è arrivato un solo euro dal governo“. In particolar modo a Comuni, cittadini ed imprese che non hanno ricevuto assolutamente niente. Se non si considerano i 3mila euro dati a 11.500 famiglie grazie ad una procedura che ha visto come protagonisti Regione e Protezione civile nazionale.
Il governo, comunque, ha stanziato una cifra di 2 miliardi (tra sgravi fiscali, assistenza alla popolazione e cassa integrazione) e poi altri 2,5 miliardi previsti in tre anni. Di questi solamente 120 milioni per i danni ai privati. Un problema, quindi, non da poco per l’intera regione che sta cercando di ripartire. Anche se senza fondi, come ribadito dall’ex candidato alla segreteria del Partito Democratico, difficilmente si può andare avanti. Nel frattempo il governatore ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica” dove ha esternato il suo pensiero nei confronti del governo. A dire il vero si è trattato dell’ennesimo attacco contro di loro.
Alluvione Emilia-Romagna, Bonaccini: “Se si perde tempo si romperà qualcosa”
Come ribadito in precedenza (ed anche in più occasioni), Bonaccini ha puntato il dito contro il governo: “Fino a questo momento non è arrivato nemmeno un euro. Se togliamo le prime ordinanze che feci da commissario all’emergenza insieme alla Protezione civile per l’assistenza alla popolazione e gli anticipi di 3 mila euro alle famiglie più colpite. Segnalo anche che dei 4 miliardi o poco più contenuti nel decreto, solo 2,5 vengono messi a disposizione del commissario Figliuolo: gli altri sono assegnati ai ministeri e rischiano di non essere spesi“.

Poi ha continuato dicendo: “Il decreto del governo non ha stanziato risorse per trovare personale aggiuntivo nei Comuni per gestire la mole enorme di lavori che dovrà essere realizzata. Come si può pensare che i piccoli centri di montagna dispongano del personale e delle competenze per gestire le oltre mille frane importanti censite?. Se si perde ancora tempo rischia di rompersi quel rapporto fiduciario tra cittadini, imprese e istituzioni che nella nostra regione è il punto di forza“.