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Curiosità

Vacanze per genitori “single”: ovvero come aiutarsi con i figli sotto l’ombrellone

Published by
Luigia Luciani

Sole, mare e tanto amore. Per i propri figli. Scegliere una vacanza per genitori single, non è solo fare un viaggio verso mete vicine o lontane, ma è anche affrontare una esperienza emotiva e sociale, dalla quale difficilmente si torna indietro. Il racconto a Notizie.com di chi ha “viaggiato” così

A ciascuno il suo. Scriveva uno straordinario Leonardo Sciascia, ma raccontava di ben altro rispetto a quanto stiamo per affrontare ora. Anche se il tema vacanziero è sacrosanto per chiunque, perchè appunto, a ciascuno il proprio meritato periodo di riposo!

Vacanze genitori single, foto Ansa

Sia al mare, in montagna, in città, all’estero o dietro casa. La cosa fondamentale è assecondare le proprie esigenze, valutare  le proprie possibilità, quelle economiche e familiari su tutte. E allora si parte, scegliendo accuratamente il pacchetto offerte viaggio, tenendo soprattutto in considerazione un elemento: siamo soli? In compagnia? Abbiamo figli? E se ne abbiamo, quanti ne abbiamo? E cielo… mio marito vuole riposare;  e cielo… mia moglie vuole il villaggio con l’animazione e il ristorante! Se siamo giovani, spensierati il problema non si pone: spiagge assolate di giorno, caos intorno e tanto divertimento alla sera.

Vacanze per genitori “single”: ovvero come aiutarsi con i figli sotto l’ombrellone

Vacanze genitori single, foto Ansa

Ma se fossimo una famiglia omogenitoriale? Se fossimo mamme o papà single o comunque separati da ex coniugi o ex compagni? Se insomma fossimo alle prese con i nostri adorati pargoli, figli in età adolescenziale o ancora da scarrozzare dentro ai passeggini, come potremmo immaginare di trascorrere qualche giorno sotto il sole senza l’ansia del nano che rischia di essere trascinato a largo, solo per esserci distratti un secondo nel vano tentativo di spalmarci la crema? Come sarebbe possibile sorseggiare un “banale” caffè dopo pranzo, senza incappare nel rischio di farsi richiamare dall’altoparlante del villaggio, perchè tuo figlio nel frattempo ha pensato bene di darsi alla fuga e di perdersi?

Ecco, per queste motivazioni e per mille altre ancora, la scelta quest’estate è ricaduta su una vacanza per genitori single. Ovvero villaggi, strutture, adatte alle famiglie. Scegliendo poi con accuratezza il giusto “organizzatore” di viaggi, si ha la possibilità di partire, sapendo già che si troverà un gruppo nutrito di mamme e papà “soli”. Esattamente come te, alle prese con gli stessi amorevoli problemi. Far divertire la prole in sicurezza, sognando pochi attimi di relax su quel dannato lettino piazzato sotto l’ombrellone. E quindi, tralasciando i dettagli sul dove (perchè mai come in questo caso vale il detto che non conta la meta del viaggio, ma con chi il viaggio lo fai), eccoci proiettati  nella inedita (per chi scrive) esperienza di vacanze per genitori single.

Il debutto è all’ora di cena. Quando la maggior parte dei vacanzieri ha raggiunto l’agognato luogo di villeggiatura. Tavoli vicini, per cominciare a socializzare. All’indomani stesso discorso per gli ombrelloni in spiaggia. Prima e seconda fila tutta prenotata per il mega gruppo di mamme e papà e figli al seguito. Si rompe il ghiaccio con il più canonico degli approcci: come ti chiami, da dove vieni, quale nome hanno i tuoi figli  e soprattutto quanti anni hanno. Da lì è fatta. Sarà naturale stringere rapporti con chi risponde alle tue medesime esigenze. Poi il bello è che, che a pena ti rendi conto di non essere solo una mamma canguro, sei soprattutto una persona che ha di fronte altre persone, con tante storie da ascoltare e da cui imparare.

Allora conosci Massimo di Bergamo, con due figli al seguito: più che un padre diremmo un mammo. Paziente, presente e mai isterico. Si prodiga coi suoi bimbi, ma essendo uno dei pochi uomini della ciurma, sa che dovrà far volare in acqua anche i figli delle altre. C’è Veronica, neuropsichiatra bellissima e giovanissima di Modena. Con lei il momento terapia di gruppo  è garantito. Il patto non scritto è: con me si parla e ci si sfoga, voi in compenso inventate giochi e momenti di distrazione per i nani caricati a pile duracel. C’è anche Miriana, di Treviso. Da sola cresce da 7 anni una splendida bambina, il cui padre crede di doverla vedere solo tre volte l’anno. E ovviamente di non doverla neanche “mantenere” al mondo.

Dopo 48 ore di questa vita,  l’esperimento sociale ti pare di attraversarlo da sempre. E allora anche tutta una serie di meccanismi, diventano collaudatissimi. “Massimo imposta il timer per il momento telefono ai bambini”; “Veronica pensi tu agli spritz mentre noi recuperiamo i nani?”; “Chi ha portato lo zaino per mettere dentro, carte, giochi, passatempi per far stare buoni i nostri figli mentre cerchiamo di bere un amaro dopo cena senza la paura che cadano in piscina?”. E così tra una risata, una ramanzina al bimbo di turno, un pallone da calcio o una biglia da far schizzare sulla sabbia, passano in fretta 7 giorni. E magari sei pure riuscito a farti un ballo sulla spiaggia a piedi nudi, ascoltando le canzoni che hanno fatto parte delle tua spensierata gioventù e che ora provi a far piacere al sangue del tuo sangue.

Quando arriva il momento dei saluti, ci sono gli abbracci sentiti, e forse anche un pizzico di commozione. Insieme alla sensazione,  che dalla vacanza non ti riporti solo qualche granello di sabbia nelle scarpe, ma anche amicizie nuove da andare a trovare in giro per l’Italia. E forse il prossimo anno non sarà “stessa spiaggia stesso mare”, ma di certo ovunque sia non si andrà più da soli.

Post scrptum: la privacy delle persone è stata rispettata, e i nomi e le città da cui provengono sono stati appositamente camuffati. E per dovere di cronaca,  il tempo massimo di relax sul lettino è stato comunque di 15 minuti in tutta la vacanza.  Ma ben goduti!