Meloni rompe con Ungheria e Polonia. Minniti: “Svolta politica enorme”

Giorgia Meloni ha esplicitamente contrastato Polonia e Ungheria nelle trattative per il nuovo Patto sulla migrazione in Europa e Marco Minniti ha commentato la presa di posizione piuttosto coraggiosa della presidente del consiglio.

Il presidente del consiglio Giorgia Meloni fa crollare l’asse Roma-Varsavia-Budapest e l’ex ministro Marco Minniti commenta il gesto politico tutt’altro che scontato della leader di Fratelli d’Italia.

Marco Minniti e Giorgia Meloni, Notizie.com

In seguito a lunghe negoziazioni, il governo italiano ha appoggiato il patto sul quale si fonderanno i nuovi criteri sulla gestione dei migranti e nel farlo, la presidente romana ha coscientemente contrastato la posizione del leader ungherese Viktor Orban e del primo ministro polacco Morawiecki.

Le parole di Minniti

Marco Minniti, ex ministro dell’Interno del Pd nei governi Renzi e Gentiloni, attualmente presidente della fondazione MedOr di Leonardo, ha commentato l’accaduto: “Meloni due giorni fa in Lussemburgo sui migranti ha rotto con Polonia e Ungheria, è una cosa politicamente enorme anche se io l’ho sempre ritenuta inevitabile a un certo punto.  Si è reso palese che non esiste un’Internazionale sovranista. Era un’illusione ottica nonché  una contraddizione in termini”.

Migranti in mare, Notizie.com

Minniti ha poi proseguito, evidenziando la mossa della Meloni e commentando l’accordo: “La rottura di Meloni con Ungheria e Polonia non era obbligatoria per l’Italia. E’ stata una precisa scelta tecnica e politica. Ma  questo accordo sui migranti comunque non è risolutivo. Al di là dalle questioni poliche, interessanti, bisogna dirlo. Si parla ancora solo della gestione dei migranti già giunti dentro i confini Ue, ma su questo l’unico vero possibile cambio di paradigma sarebbe il superamento del trattato di Dublino che invece costituisce e continuerà a costituire una camicia di Nesso per i paesi di primo approdo, Italia in testa”.  

I delicati termini del nuovo Patto

Ricordiamo che al centro delle discussioni vi è stato il cosiddetto “obbligo di solidarietà”, che consiste nella distribuzione equa dell’emergenza migrazione: se uno dei paesi dell’Unione Europea si troverà di fronte a un’emergenza migratoria, sarà onere dell’intera comunità europea prendersi carico di una quota di migranti o, nel caso una nazione si rifiutasse di ricevere migranti, sarà applicata una “multa” di 20 mila euro ad ogni richiedente asilo, per il relativo sostentamento e successivo ricollocamento. Le parole di Orban in merito a tale accordo sono state tanto polemiche, quanto scontate: “Bruxelles sta abusando del suo potere. Vogliono ricollocare i migranti in Ungheria con la forza. Questo è inaccettabile, vogliono trasformare con la forza l’Ungheria in un Paese di migranti”.

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