E’ andato in scena a Palazzo Chigi l’incontro tra il premier Meloni e il cancelliere Scholz. Al termine del vertice i due hanno rilasciato alcune dichiarazioni.
Giornata importante a Palazzo Chigi quella odierna: il premier Giorgia Meloni ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz. Un bilaterale che ha avuto sul tavolo diversi temi e, soprattutto, ha confermato la voglia di entrambi i Paesi di continuare a lavorare in stretto contatto per trovare una soluzioni a problemi come migranti e il patto di stabilità.
Al termine dell’incontro il premier Meloni e il cancelliere Scholz hanno rilasciato alcune dichiarazioni congiunte affrontando nei dettagli i temi discussi in questo bilaterale.
Meloni: “Serve un nuovo Patto Ue sui migranti”
Durante il suo intervento, citato da TgCom24, il premier Meloni ha ribadito che è necessario “un nuovo Patto europeo su migranti e asilo. Io penso che in vista del prossimo Consiglio Ue bisogna lavorare in un quadro più generale e soprattutto collaborare con la Commissione. Con il cancelliere Scholz, inoltre, abbiamo parlato di come l’Italia sia stata lasciata sola nel salvare vite nel Mediterraneo“.
“In questo momento la sfida non è solamente come trasferire i migranti da un Paese all’altro – ha aggiunto il premier – ma anche come riuscire a difendere i confini esterni, mettere fine alla tratta di essere umani e cercare di favorire l’immigrazione legale. E proprio per questo motivo bisogna lavorare in un quadro generale“. Il presidente del Consiglio ha parlato anche del Patto di stabilità: “Su questo siamo d’accordo con il cancelliere Scholz: servono delle nuove regole“.
Scholz: “L’Italia è un partner affidabile”
Il cancelliere Scholz durante le sue dichiarazioni ha confermato che per la Germania “l’Italia è un partner affidabile. Tra i due Paesi ci sono delle ottime relazioni e la nostra cooperazione sarà rafforzata. Dopo ulteriori colloqui, firmeremo anche un piano d’azione che abbiamo concordato“.
Sui migranti il numero uno del governo tedesco non ha dubbi: “Basta scaricare problemi e puntare il dito. Questa strategia è destinata a fallire. Bisogna lavorare tutti insieme e cercare di trovare una risposta comune. Secondo noi sarebbe giusto gestire l’immigrazione con corridoi legali per personale qualificato, ma chi non ha il diritto di restare deve tornare nel suo Paese“.
