Roland Garros, Alcaraz distrugge Musetti: “Così scaccio la pressione”

Lo spagnolo gioca un tennis meraviglioso e non lascia speranze a Lorenzo: “Ringrazio Ferrero, coach e amico fondamentale anche fuori dal campo”

Troppo forte Carlos Alcaraz. Lo spagnolo si impone contro Lorenzo Musetti e raggiunge i quarti di finale del Roland Garros per il secondo anno consecutivo. Una prestazione impressionante nonostante l’inizio teso, patendo il vento che ha caratterizzato il pomeriggio parigino. Tanti sbagli nei primi due game, errori gratuiti che poi vengono completamente cancellati.

Musetti Alcaraz
Musetti e Alcaraz si sono affrontati negli ottavi del Roland Garros (Ansa Foto) – Notizie.com

Musetti, purtroppo, non riesce a rimanere attaccato né dal punto di vista del gioco, né dell’atteggiamento. Troppo passivo, la sfida non è mai in dubbio: finisce 6-3, 6-2, 6-2. Alcaraz, intervistato dall’ex tennista francese Santoro una volta centrato il passaggio del turno, ha così commentato il suo pomeriggio speciale (l’ennesimo): “Ho giocato molto bene, una partita di ottimo livello e qualità. Con il vento bisogna essere aggressivi, ho giocato un incontro completo dalla prima all’ultima palla. Contro Lorenzo è sempre difficile vincere, sono contento di aver vinto la sfida con lui”.

Un dominio di Alcaraz: “Ferrero fondamentale”

Carlos Alcaraz
Carlos Alcaraz ha parlato dopo la vittoria contro Musetti (Ansa Foto) – Notizie.com

Si è presentato al torneo come numero 1 al mondo. Alcaraz sembra non accusare le pressioni che comporta la posizione nella classifica Atp: “Cerco di non pensarci. Provo a evitare così la pressione di essere il favorito, di togliere dalla testa ogni pensiero per concentrarmi e giocare a tennis, sorridere e divertirmi. Questa è la chiave di tutto per me. Cerco di fare le cose difficili e di far divertire la gente, è tutto ciò di cui mi occupo. Il mio unico pensiero”.

Gli è stato chiesto di Juan Carlos Ferrero, ex numero 1 al mondo e ora suo coach: “Quanto è importante per me? Molto, è mio amico e mio coach, una specie di secondo padre. Ho imparato molto da quando sono con lui, avevo soltanto 15 anni quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, avevo tanto da migliorare. Abbiamo fatto tutte le categorie del tennis. Era un numero 1, per me ovviamente è importante migliorare anche fuori dal campo. Sono grato di averlo vicino, non solo come coach, ma anche fuori dal campo. Mi fa crescere come persona”. Negli altri ottavi di giornata avanti Djokovic (che piegato 3-0 il peruviano Varillas) e soprattutto fuori anche Sonego, l’altro italiano ancora in corsa: 3-1 per Khachanov dopo il primo set vinto 6-1 dall’italiano.

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