L’addio di Stefan Radu, l’ultima bandiera di un calcio che non c’è davvero più [VIDEO]

“E’ stata una cosa meravigliosa giocare per voi e per la Lazio. Per me è famiglia”, la lettera aperta del calciatore romeno che ha vestito la casacca biancoceleste per 426 volte

Arrivato da sconosciuto, è diventato un mito. Una leggenda e una bandiera per la Lazio. Nessuno come lui. Nessuno ha dato così tanto nel calcio moderno e di quest’ultima generazione di calciatori della Lazio come Stefan Radu. Come lui pochi in Italia e quel che più conta da giocatore straniero. Anche qui non ci sono molti casi di ragazzi che arrivano giovanissimi da un altro paese e restano per così tanto tempo in una squadra di calcio, assimilando ogni cosa, fino all’anima e al cuore. Già perché Stefan Radu ha dato tutto se stesso alla causa laziale, ha perfino rischiato di terminare la carriera per la Lazio, andandosi a spaccare la schiena in più parti e per andare a recuperare un pallone innocuo su un fallo laterale. Si, è successo per davvero tante stagioni fa e sul finale di stagione di tanti campionati fa. Ma questo fa capire tutto di un ragazzo, di un’uomo come Stefan Radu che per la Lazio, veramente, non si è mai risparmiato. Con nessuno, nemmeno con tutti i giovani che sono arrivati e anche grazie a lui sono diventati giocatori. Non ha mai lasciato indietro nessuno. Mai.

Il protagonista
Stefan Radu, il calciatore e recordman delle presenze della storia della Lazio nel giorno del suo addio (Ansa Notizie.com)

E’ arrivato a gennaio del 2008, finisce a maggio del 2023. Sempre e solo Lazio, con 349 partite in campionato, 427 totali e 8 reti con la casacca biancoceleste, conquistando da protagonista tutti e sei i trofei dell’era Lotito, 3 coppe Italia e 3 Supercoppa. Appunto, nessuno come lui. E’ l’unico. La gente laziale lo ha amato, i rivali della Roma odiato perché anche e soprattutto nei derby lui c’era sempre e ha dato sempre tutto, anche e soprattutto in quelle partite così accese e sentite. Anzi, era la sua partita. Bellissimo lo striscione che gli ha dedicato la Curva Nord.15 anni di battaglie con l’aquila sul petto. Un combattente, uno di noi. Stefan Radu laziale a vita“. Era lo striscione e l’omaggio della Curva prima del match tra Lazio e Cremonese. Stefan prima del riscaldamento si è preso tutto l’abbraccio del suo popolo e quello della Curva Nord. Si è emozionato, ha racchiuso il volto tra le mani e si è messo a piangere per l’emozione. Anche la Tevere gli ha dedicato un omaggio spettacolare col numero 26 e uno striscione.

“Ringrazio ognuno di voi  perché non mi sono mai sentito solo”

Il protagonista
Il calciatore della Lazio Stefan Radu (Ansa Notizie.com)

La sua lettera è qualcosa di struggente. A fine partita si è messo in mezzo al campo e ha cominciato a ricordare e raccontare il suo amore per la Lazio e i suoi ringraziamenti alla gente che ha nel cuore i colori biancocelesti, i suoi colori, quelli di Stefan Radu. “Datemi una mano, per favore, che ho tante emozioni. Molto più facile in campo che adesso. Purtroppo sono arrivato alla fine, ma il sogno è diventato realtà: quello di smettere. Ho trascorso più di 15 anni al vostro fianco, quando entravo in campo avevo la vostra stessa anima, l’anima del tifoso laziale. Con questa maglia ho vissuto la mia vita da calciatore, in questo stadio ho vissuto momenti unici, giornate difficili e momenti unici. La Lazio è una famiglia, questo campo è casa. Vi ringrazio perché non mi sono mai sentito solo”.

Sono certo che il mio attaccamento ai colori biancocelesti non finirà mai – ha detto commosso Radu – , mi darà la forza di andare avanti nella vita con la stessa determinazione che hoa vuto in campo. Ringrazio presidente e società perché mi hanno permesso di realizzare questo grande sogno: riuscire a dare l’addio al calcio indossando questa maglia. Sono cresciuto come uomo e calciatore. Ringrazio mia moglie e i miei figli perché non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno, il loro amore. Grazie a tutti i compagni di squadra, mi hanno riconosciuto un ruolo importante in campo e nello spogliatoio, e questo per me rappresenta un grande amore e responsabilità. Quando ho vestito la maglia biancoceleste l’ho fatto con tutto il cuore, la passione. So cosa significa essere uno di voi. So che vuol dire appartenere alla grande famglia elegarsi ad essa per sempre. Si può smettere di giocare a calcio, non si può smettere di essere laziale. Grazie a tutti, vi voglio bene“.

 

 

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