Alberto Genovese, possibile svolta: l’annuncio della Procura

Vicenda Alberto Genovese, possibile svolta per quanto riguarda la sua posizione: arriva l’annuncio da parte della Procura

Per la Procura può uscire dal carcere
Alberto Genovese (Ansa Foto) Notizie.com

Arriva una notizia che avrebbe davvero del clamoroso e che vede come protagonista Alberto Genovese. Ovvero l’ex imprenditore che è stato condannato, in via definitiva, a quasi 7 anni di carcere per due casi di violenza sessuale nei confronti di altrettante modelle. Queste ultime sarebbero state stordite con un mix di droghe. Ricordiamo che l’uomo, dopo un periodo vissuto ai domiciliari (13 febbraio di quest’anno) in una clinica per disintossicarsi, è tornato nuovamente in carcere. Nel frattempo, la Procura generale di Milano, ha annunciato di aver dato il suo “via libera” all’istanza di affidamento terapeutico in una comunità.

La stessa che è stata presentata dalla difesa da parte dell’ex imprenditore. Nel pomeriggio di ieri, martedì 23 maggio, si è svolta dinanzi ai giudici della Sorveglianza (presieduta dal presidente Cossia, dal relatore Luerti e da altri due esperi) l’udienza. L’obiettivo era riuscire a discutere l’istanza della difesa dell’ex fondatore di start up digitali. Secondo quanto riportato da fonti vicine pare che la pena residua (quella ancora da scontare) sia inferiore ai 4 anni che l’uomo ha già scontato. Non solo: anche la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, ovvero il reato ostativo alla misura alternativa al carcere.

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Alberto Genovese (Ansa Foto) Notizie.com

L’affidamento terapeutico, in questi casi, si può richiedere quando la pena residua non supera i 6 anni. La Procura generale, dopo aver analizzato tutti questi dati, ha dato il suo “ok” alla richiesta presentata dalla difesa dello stesso Genovese. Una decisione ufficiale, però, verrà presa solamente nei prossimi giorni. Ricordiamo che da alcune settimane l’ex imprenditore ha nuovi avvocati. Si tratta di Salvatore Scuto e Antonella Calcaterra.

Una udienza che si è svolta nell’aula (piano terra) del Palazzo di Giustizia milanese. Il suo nome non era stato indicato tra le udienze previste nella giornata di ieri. L’uomo, adesso, rischia il processo anche per un secondo filone di indagini. Non solamente le due violenze sessuali citate in precedenza, ma anche per altre: intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico. In merito a queste vicende si spinge per la richiesta di rinvio a giudizio per lui e non solo: anche per la sua ex fidanzata ed anche per Daniele Leali, considerato il suo (ex) braccio destro.

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