Capaci, 31 anni fa la strage: il ricordo del presidente Mattarella

Anniversario della strage di Capaci, 31 anni fa il Paese si fermò completamente dinanzi alle terribili immagini che arrivavano dalla Sicilia. Il ricordo da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il ricordo di Mattarella
Strage Capaci (Ansa Foto) Notizie.com

Anniversario della strage di Capaci. Sono passati esattamente 31 anni dall’attentato terroristico, firmato dalla mafia (Cosa Nostra), che uccise Giovanni Falcone. Il tutto accadde precisamente nei pressi di Capaci con una carica composta da tritolo, RDC e nitrato d’ammonio. Insieme al giudice morirono la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Poche settimane più tardi un’altra strage che macchiò di sangue il nostro Paese: l’attentato a Paolo Borsellino in via D’Amelio a Palermo.

Oltre al magistrato persero la vita: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Per l’anniversario di quella tragedia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare quell’episodio che segno il nostro Paese. Ribadendo che la lotta alla mafia deve continuare con tutta la determinazione possibile. Elogiando anche il coraggio dei due magistrati che non si sono mai piegati alla mafia. “Un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità”. Sempre in riferimento alla mafia ha fatto capire che può essere battuta e che è destinata a sparire.

31 anni fa la strage di Capaci, il ricordo di Mattarella: “La mafia può essere battuta”

Il ricordo di Mattarella
Strage Capaci (Ansa Foto) Notizie.com

Un attacco allo Stato democratico quello che accadde 31 anni fa. Un “attacco feroce e sanguinario” che segnò la vita di tutti quanti noi. Mattarella ha continuato il suo discorso in questo modo: “A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria. Quegli eventi sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili.

Dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile. I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia. La mafia li ha uccisi ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa“.

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