Mosca contro la Corte Penale: incrimina i giudici che volevano l’arresto di Putin: uno è italiano

Il Comitato investigativo russo ha deciso di procedere nei confronti del procuratore dell’Aia Khan e l’italiano Salvatore Aitala

La Corte spicca un mandato d’arresto per Putin e la Russia replica alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia incriminando a sua volta in contumacia il procuratore dell’Aia, Karim Khan, e anche il giudice italiano della stessa Corte, Salvatore Aitala. Motivo? Erano tra quesi giudici che a marzo hanno inviato il famoso mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra.

Il Presidente
Il presidente della Russia Vladimir Putin (Ansa Notizie.com)

E così, per stessa risposta, la Cpi (Corte Penale Internazionale) ha rispostio e definito queste misure di Mosca “inaccettabili“. Misure che non troveranno alcun tipo di contesto legale e soprattutto valido, ma che non fanno altro che aumentare la tensione tra la Russia e l’Europa. Secondo quanto trasmesso dall’agenzia russa Tass, il Comitato investigativo russo ha annunciato di aver incriminato in contumacia Khan e Aitala. Per quanto riguarda espressamente il primo, ha scritto, e quasi sentenziato, dell’avvio di un’indagine per il “perseguimento penale di una persona nota per essere innocente“. E già questo fa pensare e riflettere non poco, soprattutto per il documento.

Tensioni che non si sono mai sopire tra Cpi e la Russia

Il giudice
Il giudice italiano della Corte Penale dell’Aia Salvatore Aitala (Ansa Notizie.com)

Il Comitato investigativo russo comunque, aveva già aperto un’indagine sul procuratore Khan e su altri tre giudici della Corte, anche se “finora, le indagini hanno raccolto abbastanza prove per incriminare Karim Khan e Salvatore Aitala“. L’elletricità tra la Corte Penale e la Russia hanno sapore antico e nascono naturalmente con il mandato di arresto contro Putin.

Il presidente russo, secondo la Corte Penale Internazionale, è responsabile del crimine di guerra di “deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia“. Da non dimenticare che oltre a Vladimir Putin era stato inviato un mandato di arresto anche nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, la funzionaria al centro del presunto piano per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia.

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