Maltempo, Musumeci: “Viviamo in un territorio a rischio. Non impariamo la lezione”

Maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa”

Intervista alla 'Stampa'
Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci (Ansa Foto) Notizie.com

Il bilancio delle vittime della tragedia che ha colpito l’Emilia-Romagna è salito a quota 14. Da rimanere completamente senza parole ed, allo stesso tempo, impotenti dinanzi a quelle scene che continuano ad arrivare. Una risposta a tutto quello che sta accadendo l’ha voluta dare direttamente Nello Musumeci. L’attuale ministro per la Protezione Civile ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa“. Per il politico non ci sono dubbi: il problema è di livello culturale, quasi caratteriale. Tanto da definire il popolo italiano “fatalista“, Parole di speranza, in merito a quanto sta accadendo, non riesce a trovarne.

Tanto da ribadire un concetto: “Dobbiamo metterci in testa che viviamo in un territorio a rischio. Il processo di tropicalizzazione del clima ha raggiunto anche l’Italia. Quello che ci dobbiamo chiedere non è se un evento disastroso come quello di martedì avverrà di nuovo, ma quando e dove si verificherà”. Non si è fatta attendere la tiratina d’orecchie nei confronti degli altri governi del passato: “Negli ultimi 80 anni la fragilità del nostro territorio non è mai stato un tema davvero prioritario”.

Maltempo Emilia-Romagna, Musumeci: “Non impariamo mai la lezione

Intervista alla 'Stampa'
Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci (Ansa Foto) Notizie.com

Poi il ministro ha continuato dicendo: “Nessun dolo, solo miopia, a tutti i livelli. Noi proviamo a commuoverci di fronte alle tragedie, poi dimentichiamo e non impariamo la lezione. Qui serve un cambio di approccio, immediato”. Nel frattempo sono due le proposte di legge: “Una per velocizzare la fase di ricostruzione post calamità, che conto di presentare entro 15 giorni. L’altra sarà per semplificare la prevenzione strutturale, che non può essere frenata da vincoli ambientali discutibili“.

In conclusione ha aggiunti: “Questo è lo scenario. Noi dobbiamo pensare anche a un piano nazionale per l’accumulo dell’acqua. Serviranno decine di nuove dighe statue regionali. Poi penso alla realizzazione di bacini, come abbiamo fatto in Sicilia. Bisogna riqualificare le reti di distribuzione urbane per evitare perdite“. Quanto tempo impiegherà tutto questo? Almeno un paio di mesi: “Per alcune iniziative, come gli invasi aziendali, bastano anche 4 o 5 mesi. Per le dighe non basteranno 6 o 7 anni“. L’invito, quello di Musumeci, è quello di non perdere altro tempo ancora e di affrettare le cose.

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