Sta facendo discutere l’intervista che Elly Schlein ha deciso di lasciare a Vogue. Azione e Italia Viva attaccano la segretaria del Pd.
Passo falso oppure una decisione giusta? E’ questo il dubbio dopo l’intervista che Elly Schlein ha lasciato a Vogue. In particolare a far discutere sono le dichiarazioni che la sua consulente a La Repubblica, citata da Il Giornale: “Abbiamo sostituito l’eskimo con un trench di taglio sartoriale. Si è deciso di optare per un colore glauco, una delicata tonalità di verde, grigio e azzurro. Questa tinta è il risultato di un adattamento ambientale“.
La stessa segretaria del Partito Democratico ha confidato alla rivista di moda di “amare i colori e soprattutto i consigli di una armocromista“. Parole che hanno fatto scoppiare una vera e propria polemica con le critiche immediate.
Schlein nel mirino. Calenda: “Ignoravo l’esistenza dell’armocromista”
Come detto in precedenza, le polemiche non sono mancate. Carlo Calenda sui social ha sottolineato che “come noto io sono molto elite, ma non conoscevo l’esistenza dell’armocromista come figura professionale. Naturalmente è solo colpa mia“.
Anche da Italia Viva sono arrivate delle critiche. “Tutti a chiederci: chi sarà il prossimo del Pd e venire con noi? – ha scritto sui social il renziano Bonifazi – non possiamo dare una risposta. Magari stiamo trattando con l’armocromista e la personal shopper della segretaria dei dem. Chissà“. Alessia Ambrosi, esponente di Fratelli d’Italia, ha detto: “Cara Schlein, davvero paghi 300 euro l’ora una personal shopper per vestirti. Ovviamente i gusti vanno sempre rispettati, ma se cambiassi idea e ti servisse una mano (sempre gratis) io sono qua. Tua Alessia. Hasta lo shopping siempre!“. Insomma le critiche nei confronti della segretaria del Pd non sono mancate.
Il Pd è rimasto in silenzio
Nessuna dichiarazione, invece, da parte del Pd. Nonostante le polemiche e gli attacchi alla propria segretaria, gli esponenti dem hanno preferito non commentare l’intervista e quanto successo. Una scelta sicuramente particolare, ma che sembra rappresentare forse una non piena condivisione della scelta fatta dalla loro leader.
