Il messaggio del premier Meloni nel giorno della Festa della Liberazione è stato criticato. E ‘Il Giornale’ svela chi sono gli ‘stalker’ del presidente del Consiglio.
Il primo 25 aprile da premier per Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continue critiche e da accuse che, come scritto da Il Giornale, hanno come obiettivo quello di spaccare il centrodestra su questioni ormai vecchie. Tentativi che, almeno per il momento, non stanno dando i frutti sperati visto che la coalizione continua ad essere sempre molto unita.
Nel messaggio inviato durante la giornata della Festa della Liberazione il presidente del Consiglio ha ribadito che “i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato l’incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo“. Parole che dovevano mettere fine a tutte le critiche arrivate dalla sinistra nei giorni scorsi, ma in realtà hanno portato dei nuovi attacchi sia dalla sinistra che, come scritto da Il Giornale, addirittura da La Repubblica, che ha deciso di sottoporla ad una sorta di fact-checking. Senza naturalmente dimenticare le foto dei ministri e del premier a testa in già a Napoli.
Il Pd attacca Giorgia Meloni
Come detto in precedenza, le critiche a Giorgia Meloni per il suo messaggio non sono mancate soprattutto dal Pd. Se la segretaria Elly Schlein, a differenza di quanto fatto altre volte, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, altri esponenti dem hanno duramente attaccato il presidente del Consiglio.
“Spiace che Giorgia Meloni, pur in uno sforzo che noi riconosciamo, non riesca a dire di essere antifascista“, ha detto il capogruppo dem Boccia. Mentre il sindaco di Milano Sala ha precisato: “Il premier dovrebbe mettere la faccia e dire con chiarezza: siamo antifascisti“.
Il tentativo di dividere il Centrodestra
C’è, secondo Il Giornale, un tentativo da parte della sinistra di dividere il centrodestra. Il quotidiano, infatti, nel suo articolo ricorda anche gli elogi da parte dell’opposizione per le parole di Salvini e Berlusconi. Riconoscimenti che hanno come obiettivo quello di mettere alle strette il premier e provare ad aprire una spaccatura all’interno della coalizione. Tentativi che, almeno per ora, non stanno dando i suoi frutti visto che la maggioranza continua ad essere compatta.
