In merito alla situazione legata ai migranti, l’esponente del Partito Democratico, Pierfrancesco Majorino, ha voluto dire la sua. Lo ha fatto in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Avvenire”
Uno degli argomenti che sta scatenando moltissime polemiche non può essere che quello relativo alla situazione dei migranti. Tantissime, infatti, sono le accuse che sono piovute contro il governo targato Meloni. Soprattutto da parte dell’opposizione e dal centrosinistra. In particolar modo dal Partito Democratico dove è arrivata un’altra frecciatina. Questa volta la firma porta a quella di Pierfrancesco Majorino.
Quest’ultimo ha voluto ribadire il proprio pensiero, in merito a quello che sta attuando il governo, in una intervista. Dichiarazioni importanti che sono state rilasciate al quotidiano “Avvenire“. Anche in questa occasione ha voluto puntare il dito contro i vertici alti del governo per come si stanno comportando in questa situazione. Dito puntato, quindi, contro la premier Giorgia Meloni ed altri esponenti. Le sue parole sono destinate a fare molto discutere. Non è da escludere che possa esserci una replica a riguardo.
Migranti, Majorino attacca il governo: “Emergenza? Inutile“
Queste sono alcune delle sue parole rilasciate al noto quotidiano: “Sono del parere che questo governo, in tutti questi mesi, non si sia occupato seriamente di gestire il fenomeno migratorio. Tanto è vero che oggi si è inventato uno stato di ’emergenza’ che in realtà ha contribuito a far crescere, in parte esasperando i toni e in parte gettando fumo negli occhi dell’opinione pubblica“. Accuse che si sono allargate in questo modo: “Non vogliono che il Paese discuta delle vere emergenze: quella socio-lavorativa, per esempio, o il pasticcio enorme sul Pnrr”.
Qual è la soluzione, quindi, per lo stesso Majorino in questo caso? “Credo sia fondamentale abbassare la temperatura dello scontro politico. Tutto questo, però, è solamente una responsabilità da parte della destra. In questi casi bisogna cercare un confronto pragmatico. Tutti quanti noi abbiamo bisogno della necessità di migliorare la qualità dell’accoglienza. Questo per me vuol dire accoglienza diffusa, progetti di inclusione che non hanno nulla a che vedere con i grandi centri che ammassano persone, investimenti nelle comunità locali e percorsi mirati per l’integrazione”.
