L’emergenza siccità continua ad essere un tema all’ordine del giorno in Italia e Coldiretti ha lanciato un chiaro allarme sul made in Italy.
L’Italia si appresta ad affrontare una nuova estate con l’emergenza siccità. Come confermato ai nostri microfoni da diversi esperti, la situazione nel nostro Paese continua ad essere molto critica a causa delle poche piogge che sono cadute in questi ultimi mesi e il rischio è quello di dover passare i periodi più caldi con delle restrizioni importanti per la mancanza d’acqua.
Ma la siccità significa anche difficoltà per molte imprese agricole. Secondo quanto riferito dalla Coldiretti, citata dall’Adnkronos, sono oltre 300mila le aziende che stanno attraversando una situazione drammatica. Il quadro più critico è sicuramente quello del bacino della Pianura Padana dove viene prodotto quasi un terzo dell’agroalimentare del nostro made in Italy e quindi si può dire che è a forte rischio la presenza dei cibi italiani a tavola.
Prandini: “Servono interventi strutturali”
Una situazione che allarma e non poco la Coldiretti. Il presidente Prandini ha confermato l’importanza di nominare nel più breve tempo possibile il Commissario per iniziare ad affrontare da subito questa situazione. Ma per il numero uno dell’associazione c’è anche bisogno di “interventi strutturali per affrontare il cambiamento climatico“.
Un problema che per Prandini si può iniziare a risolvere magari raccogliendo “l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. E proprio per questo abbiamo dato vita al progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi su tutto il territorio. Questi hanno il compito di conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario sia ai cittadini che alle imprese“.
Coldiretti: “Gli effetti della siccità sono evidenti”
La stessa Coldiretti ha evidenziato come lo scorso anno in Italia è caduta il 30% di pioggia in meno e quindi gli effetti della siccità sono evidenti. “Per esempio i grandi laghi – hanno fatto sapere dall’associazione – hanno percentuali di riempimento che vanno dal 22% di quello di Como al 37% di quello di Garda mentre il Maggiore è arrivato al 44%. Inoltre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte Becca è sceso a -3,2 metri, lo stesso che si registra nei periodi estivi“.
