Matteo Messina Denaro in questa sua detenzione è ritornato sull’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il bambino ucciso nel 1996. Ecco cosa ha detto.

Arrivano novità importanti sull’omicidio di Giovanni Di Matteo, il bambino di 12 anni che nel 1993 venne rapito e poi ucciso oltre due anni dopo di prigionia. Come riportato da Livesicilia.it, il boss Messina Denaro ha risposto ad alcune domande del gip Alfredo Montalto ricostruendo meglio cosa è successo in quel periodo.

Stando a quanto raccontato dal capomafia trapanese, lui ha solamente dato l’ordine di rapire il piccolo per indurre il padre Santino Di Matteo, diventato negli anni precedenti a diventare collaboratore di giustizia, a ritrattare le sue dichiarazioni. Il via libera all’omicidio del piccolo Giuseppe, strangolato e poi sciolto nell’acido, è stato di Giovanni Brusca. Dichiarazioni, quindi, che sembrano chiarire meglio come si sono svolti i fatti tra il 23 novembre 1993, giorno del rapimento del bambino, e l’11 gennaio 1996, la data del ritrovamento del cadavere.

L’omicidio di Giuseppe Di Matteo

L’omicidio di Giuseppe Di Matteo ha scosso l’intera Italia. Il bambino, come detto, era il figlio di un collaboratore di giustizia e il 23 novembre 1993, su ordine proprio di Messina Denaro, fu rapito. L’obiettivo era quello di portare il padre a ritrattare alcune dichiarazioni rilasciate in precedenza.

Una prigionia durata oltre due anni e che il giovane ha trascorso proprio a Campobello di Mazara, il paese dell’ultimo covo del boss trapanese. Ma il 12enne quel periodo lo ha passato in una casa di campagna di uno dei fedelissimi di Messina Denaro come Giuseppe Costa. L’11 gennaio 1996 la notizia della morte del piccolo Giuseppe. Un ordine che, almeno stando alle dichiarazioni del boss trapanese, fu dato da Giovanni Brusca e non da lui come si pensava in un primo momento.

Come sta Messina Denaro

Intanto arrivano degli aggiornamenti sulle condizioni di salute di Messina Denaro. Il boss trapanese continua ad essere detenuto nel carcere dell’Aquila e non si fermano gli esami e i controlli per verificare meglio il suo quadro clinico. Per il momento non sembrano esserci particolari criticità e il capomafia ha anche finito un ciclo di chemioterapia.