Tasse: la pressione fiscale che strangola le aziende italiane

Un recente studio ha sottolineato come, dopo il varo della riforma fiscale, le imprese italiane siano state finora le più tartassate d’Europa, con un obolo fiscale pari al 13,5% del gettito complessivo

Secondo uno studio condotto dall’Associazione artigiani e piccole imprese, le imprese italiane risultano le più tartassate dal Fisco in Europa, tanto da esserne quasi soffocate. Infatti, la percentuale del gettito fiscale riconducibile alle aziende italiane sul totale nazionale è nettamente superiore, ad esempio, a quella tedesca, francese e spagnola.

Le aziende italiane sono strangolate dal Fisco – Notizie.com Ansa foto

Il forte aumento dell’inflazione che ha fatto salire le imposte indirette, il miglioramento economico e occupazionale che ha favorito la crescita delle imposte dirette e l’introduzione nel biennio 2020-2021 di molte proroghe e sospensioni, causa pandemia, dei versamenti tributari, cancellate però nel 2022, ha portato all’aumento quasi insostenibile della pressione fiscale.

Le aziende al collasso per la pressione fiscale

Una pressione fiscale a livelli record, pari 43,5% nel 2022. Conseguenza non soltanto di una tassazione elevata, ma anche dell’inflazione che ha portato a un aumento del gettito delle imposte indirette, come l’Iva. Questa è la fotografia emersa da uno studio condotto dalla Cgia, l’associazione artigiani delle piccole imprese, calcolando le tasse pagate dalle aziende italiane nel 2022 rispetto alle stesse aziende di altre nazioni importanti europee. “Se nel 2020 da noi ha raggiunto il 13,5% (garantendo un gettito di 94,3 miliardi di euro) in Germania era al 10,7% (144, 8 miliardi di imposte versate), in Francia al 10,3% (108,4 miliardi versati) e in Spagna al 10,1% (41,7 miliardi di gettito).

Rispetto alla media europea scontiamo oltre 2 punti percentuali in più”, scrive la Cgia. Nel 2022, la pressione fiscale in Italia, data dal rapporto tra le entrate fiscali e il Pil, ha raggiunto il 43,5%, un livello mai toccato in precedenza. Un ulteriore elemento che conferma l’elevato livello di tassazione sulle nostre impreseemerge dal confronto delle principali aliquote che gravano sul reddito imponibile delle società. Se in Italia si attesta al 27,9%, tra i nostri principali competitor scorgiamo che in Francia è al 25,8% e in Spagna al 25%. Tra i big solo la Germania, pari al 29,8%, sconta un livello superiore al nostro. Rispetto alla media europea, in Italia l’aliquota è superiore di ben 6,7 punti”, scrive ancora allarmata l’associazione.

La pressione fiscale sulle aziende italiane è la più alta d’Europa – Notizie.com –

L’ultima riforma fiscale potrebbe portare benefici sul medio-lungo periodo e, secondo la stessa Cgia, il nostro paese potrebbe avere imboccato la via giusta. “L’anno scorso il fisco italiano ha incassato, rispetto al 2021, 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive, ha anche recuperato 20,2 miliardi di evasione e ha congelato 9,5 miliardi di frodi. Questo maggior gettito, pertanto, arriva ad ammontare complessivamente a 98,6 miliardi di euro. Un importo”, osserva l’associazione, “che ha una dimensione leggermente inferiore alla stima dell’evasione fiscale e contributiva presente in Italia che, secondo le stime, ammonterebbe attorno ai 100 miliardi di euro”. L’Ufficio studi della Cgia ha individuato tre obiettivi fondamentali che il governo deve provare a raggiungere: la riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese, la semplificazione del rapporto tra il fisco e il contribuente e la riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.

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