L’arrivo dei migranti in Italia è gestito dalla Russia? “Ecco la verità”

Matteo Giusti, giornalista di Limes, in esclusiva a Notizie.com: “E’ difficile che i Wagner possano controllare la totalità dei flussi migratori, ma…”

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha lanciato la bomba:  “Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”.  Le sue parole hanno diviso l’opinione pubblica e hanno regalato una nuova lettura sull’ingente flusso migratorio che si sta abbattendo sulle coste italiane nel corso degli ultimi giorni, trovando appoggio in molti esponenti del Governo.

Wagner
La brigata Wagner, a sinistra, accusata di gestire il flusso migratorio verso il nostro Paese – Notizie.com –

Ma dietro a questi numeri si nasconde davvero la mano dell’esercito di Putin? “Difficile dirlo”, dichiara in esclusiva ai microfoni di Notizie.com Matteo Giusti, giornalista di Limes, la più importante rivista di geopolitica italiana. Giusti, che si occupa prevalentemente della questione africana, spiega nel dettaglio in cosa consiste il controllo russo sul continente. “Putin ha sempre avuto un attenzione molo forte sull’Africa. Ha orchestrato, più o meno direttamente, nell’ultimo anno almeno tre colpi di stato, fra Mali, Guinea e Burkina Faso, e ha tentato anche un colpo di stato in Guinea Bissau. Tutto questo lo ha fatto con la vendita di ingenti quantità di armi e con l’utilizzo dei mercenari dell’esercito Wagner, che agiscono come un braccio armato ufficioso. Mosca ne prende le distanze, ma intanto ci rovescia i Paesi africani. La Repubblica Centrafricana ha addirittura un contratto che fa dei Wagner la guardia diretta del Presidente. E aggiungi che sono presenti in Sudan, dove il governo Russo è in trattativa per la concessione di un porto sul Mar Rosso e in Libia ad appoggiare il governo di Tobruk”.

Crosetto faceva riferimento proprio a questo: alla presenza dell’esercito Wagner in Libia
“Dallo scoppio della guerra, una parte importante dei Wagner presenti in Africa sono stati ritirati e portati sul fronte ucraino a combattere. I numeri sono molto bassi e credo sia difficile che possano controllare la totalità del flusso migratorio. Le vie interne per far partire i migranti sono controllate poi, in parte dai Jihadisti, che le usano per far circolare armi, droga e migranti, in parte da bande mafiose e da milizie territoriali, come i tuareg”.

Dai dati in possesso del governo, si è stabilito che, la maggior parte dei migranti in arrivo sulle coste italiane, proviene dalla Libia. In quello Stato i Wagner che tipo di peso hanno?
“Nella Libia, che è un hub importante di partenza, i russi controllano solo la parte orientale. Lo spazio territoriale dove far partire i migranti è ridotto in quell’area. Ad occidente comandano i Turchi. In quella zona i Russi non ci mettono piede. La parte controllata dai Russi è meno organizzata a livello di porti. Il flusso è diretto verso la zona centrale di Sirte e Misurata, che a volte è controllata dai russi, altre volte dalle milizie locali”.

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Matteo Giusti, giornalista di Limes, la più importante rivista di geopolitica – Notizie.com –

Quindi è difficile pensare che dietro i migranti ci siano i Wagner?
“Mi risulta complicato pensare che possano tenere in mano tutto. Ma c’è un aspetto che potrebbe essere più probabile: ovvero che esistano delle milizie interne, che hanno il controllo sui migranti, che potrebbero essere appoggiate dai russi. Che i Wagner riescano a controllare in prima persona tutto il flusso migratorio, la vedo dura. Numericamente non ne sarebbero in grado. Che possano esserci delle milizie interne, armate, che sono appoggiate dall’esercito russo, è molto più probabile”.

Una sorta di tacito accordo tra i Wagner e le milizie interne.
“Si, potrebbe essere una possibilità, I Wagner non fanno nulla per impedire questo processo, soprattutto se possono lucrarci. E non dimentichiamoci che Putin, originariamente, aveva pensato ad una tattica di questo tipo. LA famosa guerra del grano. Voleva affamare il Nordafrica, costringendoli a migrare: un’ondata migratoria che spaventasse l’Europa e la facesse recedere nell’appoggio all’Ucraina. Ma questa tattica è fallita”

 

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