Proseguono le indagini sul naufragio di Cutro. Una superstite è stata ascoltata dagli inquirenti. Ecco cosa ha raccontato la migrante.
Sono passate orai due settimane dal naufragio di Steccato di Cutro e i punti da chiarire come sappiamo sono diversi. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire meglio quanto successo e capire anche eventuali ritardi dei soccorsi.
Per accertare meglio quest’ultimo punto saranno decisive le dichiarazioni dei superstiti. E proprio una sopravvissuta è stata ascoltata in queste ultime ore dagli inquirenti. L’uomo, come riportato dall’Adnkronos, ha sottolineato che non potevano chiamare aiuto perché bloccati dagli scafisti. Una versione che sembra confermare quanto riferito dalla Guardia Costiera nelle sue relazioni.
Queste, comunque, sono solo alcune delle dichiarazioni che sono in possesso degli inquirenti. Sicuramente le parole dei testimoni sono fondamentali per ricostruire meglio anche gli attimi prima del naufragio di Steccato di Cutro.
La testimone agli inquirenti: “Non abbiamo capito perché non ci hanno fatto raggiungere la costa”
Con questo racconto la superstite ha ripercorso tutti gli attimi prima del naufragio. “Il mare con le passare delle ore diventava sempre più agitato e noi non capivamo il perché non ci facevano raggiungere subito la costa – ha detto la migrante agli inquirenti – inoltre, noi non potevamo nemmeno telefonare ai soccorsi perché loro ci hanno bloccato le linee telefoniche”.
“Gli scafisti, invece, erano dotati di una ricetrasmittente satellitare – ha spiegato ancora la testimone – ma non hanno mai chiamato i soccorsi. Anzi, avevano invertito anche la rotta allontanandosi. In questa fase ci hanno detto anche di non denunciarli alla Polizia in caso di un controllo, ma di confermare che erano dei migranti come noi”.
Le indagini continuano
Le indagini su questo naufragio continuano e già nelle prossime ore ci potrebbero essere delle importanti novità. Come detto in precedenza, gli inquirenti sono al lavoro per cercare di ricostruire meglio l’accaduto e naturalmente provare a capire se ci sono stati dei ritardi nei soccorsi.
Bisogna precisare che per il momento non ci sono indagati e da parte della Procura di Crotone resta il massimo riserbo visto che, almeno fino a quando non si hanno delle certezze, si preferisce non dare moltissime informazioni sull’accaduto.
