Inchiesta Bergamo sul Covid, Miozzo: “Ecco cosa mi amareggia davvero”

Agostino Miozzo, ex coordinatore del CTS, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: “Abbiamo lavorato tanto per mesi ed ora questo è il risultato”.

A distanza di tre anni la Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta sulla prima fase della pandemia e sono diverse le persone iscritte sul registro degli indagati. Tra loro, come vi abbiamo raccontato nella giornata di ieri, ci sono Conte e Speranza, ma tra i profili finiti nel mirino dei magistrati c’è anche Agostino Miozzo, all’epoca coordinatore del Comitato tecnico scientifico.

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Miozzo intervistato dal Corriere della Sera – Notizie.com – © Ansa

Nei prossimi giorni sarà ascoltato dai magistrati per cercare di capire meglio cosa è successo in quel periodo e perché non è stata decisa immediatamente la zona rossa in Val Seriana. Dichiarazioni che serviranno ad accertare le mosse fatte in quel periodo e naturalmente al gip per decidere se archiviare la posizione sua e di qualche altro indagato oppure rinviarli tutti a processo.

Miozzo: “Non ho nulla da rimproverarmi”

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Miozzo si è detto tranquillo per quanto deciso in quel periodo – Notizie.com – © Ansa

Intercettato dal Corriere della Sera, Miozzo prima di tutto si è detto “amareggiato” per quanto deciso dalla Procura di Bergamo e soprattutto ha confermato di essere venuto a conoscenza di questa iscrizione sul registro degli indagati solamente dai giornali. “Vedremo di che cosa si tratta quando arriverà la comunicazione. Risponderò, come del resto abbiamo già fatto in passato“, ha spiegato al quotidiano.

L’ex coordinatore del CTS si è detto anche tranquillo “perché non ho nulla da rimproverarmi. Non posso negare che la situazione è pesante soprattutto dopo quanto fatto in quelle settimane. Abbiamo lavorato tanto in un contesto molto molto complicato. Quindi sono un po’ amareggiato“.

“Ecco cosa mi amareggia di più”

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Miozzo al ‘Corriere della Sera’ ha fatto anche un duro attacco – Notizie.com – © Ansa

Miozzo in questa intervista si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa dopo mesi di polemiche per l’operato del governo e degli esperti in quel contesto: “La cosa che mi amareggia maggiormente è vedere troppi esperti del senno di poi che vogliono essere giudici del nostro comportamento. In quel momento, però, tutte queste autorevoli voci non si sono fatte sentire con altrettanta autorevolezza e tempestività“.

La parola ora passa al gip di Bergamo, che nelle prossime ore potrebbe sentire proprio Miozzo e decidere se rinviarlo a giudizio oppure archiviare la sua posizione.

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