Dino Zoff: “Ero un operaio che ha imparato a parare la vita”

Dino Zoff non ha certamente bisogno di presentazioni: i suoi successi nello sport sono sempre arrivati dal duro lavoro.

Ancora oggi fa di tutto per cercare di mantenersi in forma Dino Zoff, che ogni mattina si dedica a fare qualche vasca nel circolo romano de I Canottieri Aniene, eppure i suoi successi e le sue vittorie, ancora oggi sono davvero impossibili da essere dimenticati.

Dino Zoff
Dino Zoff, foto fonte Ansa. Notizie.com

“Sono un operaio che ha imparato a parare la vita” con questi termini si descrive nella sua intervista per il Corriere.it in cui ripercorre la sua carriera e cerca anche di dare il suo punto di vista sul calcio italiano, non dimenticandosi mai di regalare qualche consiglio ai giovani di oggi, che forse hanno molti meno valori rispetto al passato.

Nel mondo è considerato il portiere più importante di tutti i tempi: ha vinto tanti scudetti, un campionato Europeo nel ’68 ed era capitano della Nazionale nell’82, proprio quanto l’Italia vinse il Mondiale: “Ogni giorno quando mi capita di sentire il profumo dell’erba, provo una nostalgia bellissima, istintiva. Aveva ragione, mia nonna: la gioia dura un attimo. Ma certi attimi possono durare una vita intera”.

Dino Zoff ricorda suo padre: “A casa mia non c’erano scuse, non ti esonerava un raffreddore”

Sono delle vere lezioni di vita le parole di Dino Zoff, campione nello sport e nella vita che ancora oggi grazie ai suoi insegnamenti cerca di trasmettere qualcosa a chi il suo lavoro sta solo iniziando ad assaggiarlo, magari con la speranza un giorno di vantare i suoi stessi risultati.

Dino Zoff, foto fonte Ansa. Notizie.com

No al vittimismo. È una frase di mio padre. Quando prendevo un gol e dicevo che non me lo aspettavo che tirasse così, lui mi rispondeva: “Perché, mica fai il farmacista tu”. A casa mia non c’erano scuse, non ti esonerava un raffreddore” ha rivelato sempre nella sua intervista per il Corriere.it, sottolineando come sia importante non avere mai scuse quando si tratta di lavoro e pedalare a testa bassa sempre.

Eppure anche lui ha avuto i suoi grandi miti o meglio campioni che ha sempre invidiato e per cui prova grande stima ancora oggi: “Ho invidiato gli artisti, anche calcistici naturalmente, da Sivori a Maradona a Platini. Inventavano le cose. Il portiere non inventa niente. Io sono un operaio specializzatissimo mentre un artista non deve imparare niente, crea”.

Insomma delle parole davvero molto importanti e a chi gli chiede chi potrebbe ad oggi essere un suo grande erede, lo stesso Zoff risponde: “In Italia ne abbiamo. Donnarumma, ha fatto delle belle cose fino adesso, poi Meret un altro giovane con un bel futuro”.

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