Governo, La Russa a Le Belve: “Il famoso vaffa di Berlusconi? Ora lo posso dire era per la Meloni…”

Il presidente del Senato si confessa nella trasmissione della Fagnani e rivela alcune cose come la misteriosa offesa del Cav alla Camera

Era il giorno delle votazioni per eleggere il presidente del Senato, poi diventato Ignazio La Russa, ma quel che colpì era un clamoroso gesto che fece Silvio Berlusconi. Un “vaffa” diretto verso qualcuno, in tanti pensavano a Giorgia Meloni, ma fu sempre smentito, in realtà era proprio diretto a lei. A rivelarlo e a confermarlo per la prima volta, il presidente del Senato in persona, Ignazio La Russa. Una rivelazione clamorosa durante la trasmissione Le Belve su Rai 2: “Lo dico per la prima volta: era molto arrabbiato perché Giorgia aveva posto dei paletti sui nomi dei ministri e se la prendeva con me. I paletti erano soprattutto per la Ronzulli e altri minori“.

Il presidente
Il presidente del Senato Ignazio La Russa con Metsola il presidente del Parlamento europeo (Ansa Notizie.com)

Le parole sono di Ignazio La Russa che non svela niente di cui già si sapeva e di cui si è discusso ampiamente in quei giorni. Fa un po’ sorridere che in quelle ore tutti dicevano proprio questo e lo stesso La Russa smentiva per poi confermarlo in televisione. “Silvio comincia a capire che Giorgia non è una ragazzina cresciuta troppo in fretta, ma un leader di Stato. Lo dico a ragion veduta“, rincara il presidente del Senato La Russa.

“Un figlio gay? Lo accetterei ma con dispiacere”

Il presidente
Il presidente del Senato Ignazio La Russa (Ansa Notizie.com)

Si è parlato di tutto nella trasmissione della Fagnani, con quest’ultima che ha chiesto qualsiasi cosa al malcapitato La Russa che si è prestato al gioco e ha risposto a ogni domanda: “Un figlio gay? “Accetterei, ma con dispiacere come sei fosse un milanista“. Un presidente del Senato a tutto campo che non si tira indietro a nulla. Non potevano mancare domande sul fascismo e sul famoso busto del Duce: “Considerato che sul fascismo il mondo non separa le cose importanti dal contesto in cui si dicono le cose, ci devo stare attento. A volte sarebbe bello fare battute, odio questo politically correct“, spiega, e poi aggiunge: “Il busto di Mussolini? Lo vuole mia sorella. Mi ha detto che papà l’ha lasciato a noi e non a me. Non ce l’ho più“.

Sul caso Donzelli-Delmastro, “l’attenzione è stata spostata sulle loro dichiarazioni, non è stato utile. La discussione si doveva fare sulla visita del Pd in carcere. Eticamente non vedo alcun problema”. E poi ancora: “Nessuno mi ha chiamato ‘la rissa’. Anzi, mi chiamavano ‘il pompiere’. Democristiano? Perché no… Tutti cambiamo. Si attenuano alcuni aspetti del carattere”,

 

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