Libero, Soumahoro, scandalo senza fine: 100mila euro sono scomparsi

Il deputato ora nel gruppo misto della Camera non è in grado di spiegare la mancanza dei soldi dal bilancio

Sempre più sgradevole e poco chiaro. E’ il caso del deputato Soumahoro che, nel corso della trasmissione di Rai3 Report, durante un’intervista legata alla situazione del bilancio della sua associazione (grazie alla quale è diventato famoso ed è stato in grado di essere eletto in Parlamento), dove mancherebbero all’appello 101 mila euro. Una bella differenza, anche perché il suo ex socio aveva fatto un rendiconto di circa 59 mila euro, mentre il suo era di circa 160 mila euro. Una differenza di 100 mila euro che il deputato non riesce a spiegare o meglio non vuole spiegare con chiarezza. “Tra il rendiconto di Caruso e il suo ballano 101mila euro, dove sono le fatture che testimoniano ciò che lei ha messo a bilancio?“. Niente.

La pessima figura
Il deputato Soumahoro, eletto nelle liste di Fratoianni e Bonelli, ora è nel gruppo misto (Ansa Notizie.com)

«Papa Francesco dice che il silenzio è la strada e anche la risposta alle chiacchiere», la sua risposta definiva al giornalista di Report che lo incalzava su come spiegare la famosa differenza. Una risposta che non sta né in ciele, né in terra. È un deputato della repubblica. Se un giornalista fa il suo lavoro (e cioè chiede), lei è tenuto a rispondere. Almeno da un punto di vista politico. Altrimenti «legalità e trasparenza» un piffero.

Conti che non tornano e soldi che spariscono

Il deputato
Le indagini sulla vicenda Soumahoro continuano – Notizie.com – © Ansa

Il punto, è anche un altro, sottolinea Libero. Ed è che quel “rendiconto gestionale 2020” è stato scritto così, due anni fa, perché due anni fa si poteva scriverlo così. Ong, attività del terzo settore, onlus, associazioni a vario titolo allora avevano obblighi molto meno stringenti rispetto a oggi. Un vuoto normativo, il solito intreccio di cavilli, burocrazia e leggi che mancavano: è così che si arriva a quella paginetta scarsa. Un’attività (che però fa girare soldi, 120.998 euro di «materie prime e merci» e 38.376 euro di «trasporti»: non bruscolini) ridotta a un foglio A4. «Fino al 2020 le associazioni non avevano obblighi, se non di natura statutaria.

Controlli, pochini. Paletti, idem. Vincoli, lo stesso. Una manciata di rimandi al Codice civile e poco più. Insomma, un imbuto a manica larga, spesso giustificato: nel senso che le associazioni del terzo settore sono tante e variegate, rientrano nel volontariato, e una sorta di flessibilità (diversamente dalle società per azioni o a scopo di lucro) è nella natura delle cose. Ci mancherebbe.

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