27 gennaio 1945, si aprono i cancelli di Auschwitz: oggi il giorno della memoria

A distanza di settantanove anni, il mondo ricorda le atrocità vissute all’interno del famoso campo di sterminio. Oggi viene celebrato il giorno della memoria

Giornata della memoria
Giornata della Memoria (Ansa Foto) Notizie.com

Il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa sfondò i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, regalando la libertà ad oltre 7600 detenuti. I superstiti delle sevizie, delle torture e delle uccisioni naziste. Nei gironi precedenti, intuendo ciò che sarebbe successo, i gerarchi nazisti avevano abbandonato il campo, portando numerosi ebrei in altri campi dell’Ovest. Circa 60.000 prigionieri vennero fatti marciare ad ovest prima dell’arrivo dei russi per essere internati in altri campi. Di questi prigionieri, si stima che tra 9.000 e 15.000 sarebbero morti durante il tragitto. Uccisi perchè non riuscivano a reggere il ritmo della marcia. Quello che la Sessantesima Armata del Primo Fronte Ucraino trovò, una volta varcati i cancelli, fu tremendo: feriti, moribondi, persone in stato di enormi difficoltà. E morti. Morti ovunque.

Il cancello d’ingresso recitava: “Il lavoro rende liberi”. Intorno c’era neve, filo spinato e dolore. “Quando arrivammo ad Auschwitz, incominciò a nevicare e il campo iniziò a essere ricoperto da una sorta di panno bianco. La neve coprì il nero tutto attorno al campo. Nero di fuliggine e cenere“, raccontò il luogotenente dell’Armata Rossa, Ivan Martynushkin . Il campo era quasi vuoto, molti dei prigionieri erano stati spostati a novembre del 1944 quando il generale Heinrich Himmler aveva dato ordine di fermare le esecuzioni e far sparire le prove del massacro. I nazisti, aspettandosi l’arrivo dei sovietici, avevano velocemente sgomberato il campo.

27 gennaio 1945, Giornata della Memoria: per non dimenticare

Giornata della memoria
Giornata della Memoria (Ansa Foto) Notizie.com

Vennero immediatamente fatti saltare i forni crematori 2 e 3, dove erano stati bruciati i corpi di centinaia di migliaia di ebrei. La notte tra il 25 e il 26 fu la volta del crematorio 5. Il giorno dopo le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, comandata dal maresciallo Koniev, entrarono nel campo di sterminio. “Avvicinandoci al campo, iniziammo ad avvertire questo odore molto particolare, come di carne bruciata, di corpi umani bruciati. E questo odore riempiva l’aria in tutto il campo, le parole di Ivan Martynushkin, veterano russo della seconda guerra mondiale e l’ultimo liberatore sopravvissuto del campo di concentramento di Auschwitz, che ricorda ancora gli “occhi scintillanti” dei prigionieri .

“Dio è morto nei campi di sterminio” cantava Guccini. Oggi sono passati settantotto anni da quel giorno che rivelò una delle tragedie più profonde della Storia. Fu solo nel 2005 che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istitituì il 27 gennaio come ‘giorno della memoria’ sebbene alcuni paesi lo avessero già fatto autonomamente. Come l’Italia che, il 20 luglio del 2000, approvò una legge, la numero 211, con cui veniva istituita la giornata per ricordare quindici milioni di vite spezzate. Secondo le deposizioni delle SS al processo di Norimberga, quasi sei milioni erano ebrei. A perdere la vita furono però anche le popolazioni delle regioni occupate, oppositori politici, minoranze etniche come rom e testimoni di Geova, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.

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