Il Tempo, Cairo si rassegni al governo Meloni

L’editore del Corriere e La7 dovrà rivedere le sue posizioni anti-centrodestra, soprattutto dopo l’incontro che ha avuto con il presidente del Senato La Russa

Urbano Cairo rivede qualche sua posizione sul governo di centro-destra. A sostenerlo il quotidiano il Tempo. “Se prima era la Dc, ora è Giorgia Meloni il bersaglio di certa tv. In primis di La7, degna erede della ben più famosa telekabul degli anni ’80. Deve essersene accorto perfino Urbano Cairo che, reinterpretando in modo creativo il ruolo di editore, tutto controlla anche nei suoi giornali dalle didascalie alle foto, per non parlare, ça vasans dire, della raccolta pubblicitaria, settore in cui effettivamente è degno allievo dei maestri Berlusconi e Dell’Utri, dai quali ha imparato il mestiere dimenticando la riconoscenza. Chissà se l’altro giorno il grande piccolo Urbano è sceso a Roma per mettere una pezza alla martellante campagna antigovernativa (dalle accise all‘immigrazione) dei suoi giornalisti militanti, ben spalleggiati dai gattopardi del Fatto Quotidiano. È stato visto, per l’appunto, che si aggirava un po’ sperduto nei corridoi di Palazzo Madama alla ricerca dell’ufficio del presidente del Senato La Russa, contro il quale la «corazzata Cairo» ha scatenato un’offensiva in grande stile per impedirgli di fare politica quando non presiede l’Aula”

Il presidente-editore
L’editore di Rcs e di La7, nonché presidente del Torino calcio, Urbano Cairo (Ansa Notizie.com)

La visita sembra abbia dato i suoi frutti e, infatti, solo poche ore dopo «Gnazio» appariva sorridente su una «paginata» del Corriere della Sera e poi in una lunga intervista, ospite della trasmissione di Myrta Merlino, brillante pifferaia magica della tv di Cairo. L’aria che tira a La7 si evidenzia, ancor di più, nel fazioso, si fa per dire, trio che conduce le danze: Gruber-Formigli-Floris. Ognuno va dritto per la propria strada che porta tutti, h24, all’apologia incondizionata del Conte Masaniello e dei piddini di turno e alla denigrazione costante della Meloni e di tutta la sua allegra compagnia di Fratelli e Sorelle d’Italia. Forse, grazie ai buoni consigli del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, stagionato e onesto comunista, si cercherà di aggiustare la rotta, anche perché, persino per Napoleone-Cairo, cinque anni di centrodestra sono troppi. Dunque, delle due l’una: o la «corazzata Cairo» si dà una calmata e si detalkerizza o è da vedere se è opportuno inserire qualche nuovo innesto meno rabbioso.

Un cambio di rotta voluto dall’editore

Il Premier
Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com

Con le nuove leve al comando che decideranno i budget pubblicitari, finora ricevuti con grande generosità dai vari Descalzi, c’è sicuramente da aggiustare qualcosa nella strategia commerciale, e quindi ideologica, della tv del gruppo Cairo, anche perché molte produzioni si lamentano per i ritardi nei pagamenti. E se La7 tartassa la Meloni, mamma Rai non perde il vizio di mettere in cattiva luce, anche retroattivamente, la Dc, dapprima con la serie tv di Bellocchio «Esterno Notte» e adesso col pretesto di ricordare grandi figure del passato, come il compianto Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Lo fa con alcuni gravi falsi storici che riguardano, oltre a Cossiga e Moro, soprattutto Giulio Andreotti, con cui il generale aveva un rapporto diretto e cordiale, come dimostrato dalla corrispondenza intercorsa tra i due facilmente consultabile nell’archivio custodito alla Fondazione Sturzo, e da un episodio che mi permetterò più avanti di raccontare. Ma prima rimettiamo in ordine corretto gli avvenimenti per come si sono realmente svolti rispetto alla serie andata in onda su Rai1.

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