Calcio: Mancini: “Vialli voleva vincere i Mondiali del 2026”

Il tecnico della nazionale italiana ritorna a parlare del suo amico-fraterno scomparso il 6 gennaio a causa di un tumore al pancreas

Mancnii-Vialli, Vialli-Mancini, per anni è stata una sola parola, ma probabilmente nella testa del ct della nazionale Roberto Mancini, ma pure per tanti altri, lo sarà per sempre. Dopo giorni di silenzio, di interviste riciclate e brevi accenni su Gianluca fatti un po’ a singhiozzo, l’allenatore dell’Italia ed ex compagno di squadra ha voluto parlare della sua amicizia e del suo rapporto con Vialli. L’ha fatto a Porta a Porta, durante la sua partecipazione alla trasmissione in Rai per ricordare il campione scomparso il 6 gennaio. “Abbiamo vissuto molti anni insieme e forse gli anni più belli, quelli della gioventù. Ci siamo conosciuti, ci siamo amati come fratelli parlando con rispetto per i suoi fratelli”.

L'amicizia
Roberto Mancini e Gianluca Vialli ai tempi della nazionale (Ansa)

Per Roberto Mancini non è facile parlare, la ferita e il dolore è ancora ben visibile sul suo volto e nei suoi occhi quando parla del suo amico, ma lo fa anche perché, come ricorda spesso lo stesso Mancio, “Luca non avrebbe voluto tutta questa tristezza, lui era il primo a fare scherzi e a cercare il modo di ridere e tirare su la gente, ma non è facile per niente sapere che una persona che hai amato e ha fatto parte di te, non c’è più. E’ molto doloroso”“.

“Vivevamo in simbiosi e ci siamo sempre divertiti”

La fratellanza
L’abbraccio tra Mancini e Vialli, simbolo degli Europei vinti dall’Italia in Inghilterra (Ansa)

“In questo momento non è facile, però penso che Luca vada ricordato anche per il ragazzo che era“. Inizia così l’intervista al ct azzurro Roberto Mancini a “Porta a Porta” in onda stasera su Rai 1, nel ricordo di Gianluca Vialli scomparso il 6 gennaio scorso all’età di 58 anni. “Noi vivevamo in simbiosi, per alcuni anni abbiamo anche abitato assieme, poi vicini, mangiavamo a pranzo assieme ed anche a cena, sono stati dieci anni intensi. Quando le nostre strade si sono divise non ci siamo sentiti per un pò, ma un amico è per sempre e quando ci siamo rivisti era come se ci fossimo visti il giorno prima” ha ricordato Mancini.

“Ci siamo sempre divertiti, i ritiri erano i momento più belli, sono contento di essere stato amico di Luca, ragazzo pieno di gioia, allegro. Mi disse che dovevamo vincere i Mondiali del 2026 e che sarebbe stato con noi. Sicuramente ci sarà molto vicino” ha aggiunto il ct azzurro, commosso nel raccontare il loro ultimo incontro.

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