Nuovo tentativo di evasione di un detenuto: la denuncia del Sappe

Nuovo tentativo di evasione da parte di un detenuto. A denunciare la vicenda è stato direttamente il Sappe.

Dopo l’evasione dal carcere Beccaria di Milano, un nuovo detenuto ha provato a far perdere le sue tracce. Questa volta il tentativo è avvenuto nella giornata del 27 dicembre all’ospedale di Caserta.

Tentativo evasione
Un nuovo tentativo di evasione è avvenuto a Caserta – Notizie.com – © Ansa

Secondo quanto riferito da Lapresse, uno straniero di circa 40 anni era stato accompagnato al nosocomio per una visita oculistica e proprio durante le fasi di accettazione ha tentato la fuga allontanandosi dalla struttura ospedaliera. Decisivo l’intervento da parte degli agenti della polizia penitenziaria che, dopo una breve colluttazione, sono riusciti a fermarlo e a portarlo in carcere.

Uno dei poliziotti è rimasto ferito, ma non sembra essere in pericolo di vita. A denunciare questo ennesimo tentativo di fuga è stato direttamente il Sappe.

La denuncia del Sappe

Donato Capece
Il Sappe ha denunciato quanto successo a Caserta – Notizie.com – © Ansa

A denunciare questo ennesimo tentativo di fuga è stato direttamente il Sappe. “Il detenuto ha forzato le sbarre della cella durante le fasi di accettazione ed è fuggito, allontanandosi dal nosocomio – ha spiegato la segretaria regionale del sindacati – allertati da un passante che ha visto il detenuto prendere un autobus, gli uomini della scorta, con l’ausilio di personale di altre forze di polizia, hanno raggiunto la stazione ferroviaria e catturato il fuggitivo“.

Una vicenda che ha portato Donato Capece, segretario generale del Sappe, a ribadire la necessità di aumentare l’organico nelle carceri: “Attualmente gli agenti presenti non sono retribuiti degnamente, con poca formazione e impiegati in servizi quotidiani superiori alle 9 ore“.

Inoltre dal punto di vista sanitario la situazione nelle carceri è semplicemente terrificante – ha aggiunto – secondo recenti studi di settore è stato accertato che una patologia è presente nel 60-80% per cento dei presenti nelle strutture penitenziarie. Questo fa capire come sia ancora più stressante il lavoro per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria e dei nuclei di traduzioni e piantonamenti, che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici“.

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