Love Actually, l’ultima vera commedia natalizia. Che fine hanno fatto i suoi protagonisti?

Dopo vent’anni dall’uscita di Love Actually cerchiamo di capire in che direzione si è mosso il mercato delle commedie natalizie e diamo uno sguardo allo svolgimento delle carriere delle sue stelle.

Nel corso dell’ultimo decennio il mercato del cinema ha attraversato una fase di profondo mutamento, che ha inevitabilmente influito sul tipo di film prodotti dall’industria. L’elemento scatenante di tale rinnovamento è stato senza dubbio il declino della sala, che ha significato l’abbandono di alcuni generi minori: i film natalizi erano sostenibili grazie all’importanza della sala cinematografica all’interno della società, che garantiva anche alle medie produzioni di assicurarsi un botteghino soddisfacente. Oggi, invece, i produttori preferiscono evitare di finanziare commedie natalizie, proprio per la mancanza di un reale ritorno economico in caso di uscita nelle sale.

Il fenomeno sopracitato ha un semplice e naturale risultato: negli ultimi quindici anni il panorama dei film natalizi è rimasto sostanzialmente invariato e, di conseguenza, i riferimenti del genere, che lo si voglia o meno, sono rimasti gli stessi di inizio millennio. Uno degli ultimi film natalizi in cui sono apparsi svariati attori importanti è Love Actually (2002) che, grazie alla bravura dei suoi attori e alle tematiche dalla facile attrattiva, è divenuto indiscutibilmente un classico per una generazione intera. Intendiamoci, nulla a che vedere con i capolavori del passato, ma la sua influenza sull’immaginario collettivo è un dato difficilmente discutibile.

Dove sono finiti i protagonisti di Love Actually?

I nomi importanti all’interno del cast sono tanti e, se vi siete mai chiesti che fine abbiano fatto dopo Love Actually, ecco qualche parola per i personaggi principali della vicenda:

  • Hugh Grant: la sua interpretazione del primo ministro inglese, a metà tra l’affascinante e il goffo, e il suo leggendario balletto, sono probabilmente gli elementi più ricordati del film. Grant non ha bisogno di presentazioni e, dopo l’acclamato film natalizio, la sua carriera ha proseguito all’insegna della commedia con film come Che pasticcio, Bridget Jones (2004), Scrivimi una canzone (2007), Che fine hanno fatto i Morgan (2009). L’attore inglese, dotato di un’innegabile talento interpretativo, ha anche tastato il terreno del dramma, con Cloud Atlas (2012) e Professore per amore (2014) e della commedia action con Operazione U.N.C.L.E. (2015) e The Gentleman (2019). 

  • Bill Nighy: il suo straordinario sarcasmo interpretativo gli valse addiruttura un BAFTA per Love Actually e, dal lì in poi, il caro vecchio Bill avrebbe partecipato a progetti mastodontici, come la trilogia dei Pirati dei Caraibi (2006-2007) e Harry Potter e i Doni della Morte (2010).

  • Keira Knightley: anche la splendida attrice inglese avrebbe partecipato come protagonista alla trilogia dei Pirati dei Caraibi, oltre a Orgoglio e Pregiudizio (2005) e Anna Karenina (2012).

  • Colin Firth: Colin rappresentava senza dubbio una delle star più ambite all’epoca e, negli anni a seguire, la sua carriera avrebbe confermato i successi accumulati fino ad allora: dall’Oscar per Il discorso del re (2010), passando per il celebre Mamma Mia! (2008), fino ad approdare alla commedia action di Kingsman (2014), Firth è senza dubbio un degli attori più rappresentativi del terzo millennio.

  • Emma Thompson: sarebbe difficile negare che Emma Thompson sia tra le attrici più talentose della sua generazione, tuttavia dispiace constatare che la sua carriera non abbia raggiunto particolari picchi, se non per la saga di Harry Potter (dal 2004 al 2011), Saving Mr. Banks (2013) e Nanny McPhee – Tata Matilda (2005).

  • Alan Rickman: nonostante la carriera violentemente stroncata da un letale tumore al pancreas, Alan Rickman è stato un attore straordinario, il cui carisma interpretativo resterà inevitabilmente impresso nelle menti degli spettatori. Il leggendario ruolo di Severus Piton nella saga di Harry Potter è senza dubbio il suo incontro più felice con il grande pubblico, ma Rickman si è anche prodigato nella regia, scrivendo e dirigendo L’ospite d’inverno (1997) e Le regole del caos (2014).
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