Bonus trasporti e facciate: ecco cosa cambia

Tante novità aspettano il 2023 specialmente in fatto di bonus legato a trasporti e facciate: ecco cosa cambia.

Come nei giorni scorsi è stato ampiamente accennato, grandi cambiamenti sono quelli che riguardano i bonus in arrivo nei prossimi mesi e per il finire di questo 2022.

Bonus
Bonus, foto fonte Pixabay. notizie.com

Si comincia dal bonus trasporti: ebbene, il bonus da 60 euro per l’acquisto di un abbonamento a mezzi pubblici sarà valido solo fino al 31 Dicembre 2022 poi scomparirà, questo infatti che era stato introdotto con il decreto Aiuti era destinato a chi aveva un reddito inferiore a 35 mila euro anche con dei figli a carico. Ma questo non è l’unico cambiamento che vedremo nei prossimi mesi: a subire della grandi novità anche il bonus facciate, il superbonus e opzione donna: cerchiamo di approfondire l’argomento.

Super bonus: da quello facciate a opzione donna

Non solo il bonus trasporti, a subire qualche piccolo cambiamento saranno anche altri contributi economici, partiamo con il bonus facciate: questa agevolazione introdotta nella legge di bilancio 2020 all’inizio prevedeva uno sconto del 90% delle spese sostenute nel 2020 e nel 2021, per poi arrivare al 60% per le spese del 2022.

Ebbene, il superbonus dal 1 Gennaio non esisterà più, stiamo parlando infatti di quello al 110%, per i condomini lo sconto o meglio la detrazione arriverà al 90% e ancora, l’eccezione sarà per quanto riguarda le case unifamiliari o per meglio dire le villette che entro il 30 Settembre 2022 hanno effettuato dei lavori per un totale del 30% dell’intervento complessivo, in questo caso il 110% sarà valido fino al 31 marzo 2023.

Superbonus, foto fonte Pixabay. notizie.com

Discorso che cambia anche per Opzione donna, per chi non lo sapesse stiamo parlando dell’anticipo della pensione riservato alle lavoratrici, ebbene questo non sarà più quello riconosciuto fino ad ora. A non cambiare è il requisito fino a 35 anni di contributi, anche e cambia quello anagrafico, si passa da 58-59 anni a 60. Infine le lavoratrici licenziate oppure i dipendenti di aziende in crisi possono ancora andare in pensione a 58 anni.

Per finire cambiamenti anche per lo scudo penale, come riporta Libero.it: “Non passa, fra le proteste delle opposizioni e le le divisioni all’interno della stessa maggioranza, il tentativo di introdurre nella legge di bilancio una sorta di moratoria per i reati fiscali. L’ipotesi iniziale riguardava i reati come l’omessa dichiarazione (che nei casi gravi prevede una pena fino a tre anni) e la dichiarazione infedele (anche in questo caso la pena è fino a tre anni). Restavano escluse le frodi”.

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