Ex cavaliere del trono over di Uomini e Donne, Alessandro Vicinanza ha lasciato il programma insieme a Ida Platano: una scelta approvata dal pubblico, non priva di polemiche. Alessandro è stato più volte contestato per i suoi modi di approcciarsi con le varie dame, ha subito attacchi e critiche ma questo non gli ha impedito di presenziare nel format.
Alessandro Vicinanza: “Ho una malattia autoimmune”
Arrivato a Uomini e Donne per conoscere Ida Platano, Alessandro ha poi fatto un passo indietro ed è uscito con altre dame, ma è evidente che la sua attenzione per Ida non si è mai affievolita. I due sono poi riusciti insieme e hanno deciso di lasciare il programma: per ora non sono pentiti della loro scelta. La scorsa settimana sono stati ospiti di Verissimo dove hanno raccontato come procede la loro relazione. Anche sui social appaiono sereni e innamorati e questo piace molto ai fans.
Nel salotto di Silvia Toffanin i due hanno parlato del loro amore, di come procede la loro relazione e di come mai hanno deciso di fare un passo così importante. Ida ha poi ricordato la sua relazione con Riccardo Guarnieri e del rapporto che ha oggi con lui. In seguito Alessandro ha rivelato alcuni aspetti del suo passato, ha confessato di essere affetto da una malattia autoimmune che ha scoperto a 16 anni e che lo ha indotto a fare delle valutazione di vita diverse: “Ho una malattia autoimmune, che comporta difficoltà a far coagulare il sangue. Sono spesso sotto controllo, faccio le analisi, però adesso viaggio tranquillo sotto quel punto di vista. L’ho avuta la prima volta a 16 anni, poi è riscoppiata 7 anni fa, in un periodo di forte stress, avevo chiuso una storia lunga e importante.”
Alessandro Vicinanza: “Ho una malattia, ma si può curare”
Alessandro Vicinanza ha anche aggiunto di aver trascorso un lungo periodo in ospedale, ci ha lasciato il cuore. L’ex cavaliere ha affermato che una volta tornato a casa ha cambiato il suo modo di vivere:
“Sono stata un bel po’ di tempo in ospedale, in un reparto in cui ho lasciato un pezzo di cuore. È vero che io ho una malattia, ma la posso curare. In ospedale, invece, ho visto la vita sotto altri punti di vista. Una volta uscito ho voluto lavorare meno e prendermi i miei spazi, perché la vita è bella e va vissuta.
