Libero, L’affare accoglienza. Alle Ong dei compagni 4600 euro a migrante

Secondo il gip di Ragusa il capomissione della nave Mare Jonio nel 2020 avrebbe ricevuto la somma da una petroliera danese per il trasbordo del “carico umano”

Con quello sguardo un po’ così, carezzato dal libeccio sulla tolda della nave, con lo slancio terzomondista d’un Soumahoro e la morale dinoccolata stile Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi, Luca Casarini è stato speronato dalla magistratura. Ancora una volta. Senz’ altro un accanimento, come racconta il mai domo attivista. Il gip di Ragusa, nel proseguimento delle eterne indagini sulla vicenda della Ong Mediterranea Saving Humans di cui Casarini è capomissione e della sua nave corsara dei migrati Mare Ionio, ora ha sequestrato 125mila euro. La somma sarebbe arrivata alla Ong dalla petroliera danese Maersk Etienne per il trasbordo di 27 migranti sulla Mare Ionio. Nel mirino dei pm si contano ben 8 attivisti, tra cui spunta l’ineguagliata figura del Casarini, appunto, oltre a quella dell’armatore Alessandro Merz e del capo missione Beppe Caccia: tutti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I migranti
Luca Casarini (Ansa)

I fatti sono noti, risalgono all’estate del 2020 con lo sbarco di migranti nel porto siciliano di Pozzallo. Ma la vicenda del sequestro di danaro riaccende – e peggiora- la vocazione della stessa Mare Ionio, rimorchiatore anni 70 di 37 metri trasformato in taxi del mare e accusato di caricare e scaricare migrati dietro lauto compenso. In questo caso trattasi di 27 migranti per 125mila euro, circa 4629 euro a passeggero. Riassumendo. I giudici contestano ai tre un fitto scambio di messaggi con i danesi che volevano liberarsi del «carico umano» (un mese di stop in mare stava costando decine di migliaia di euro al giorno) prima di raggiungere l’accordo. All’inizio pare che la cifra richiesta dal nostro Sparrow fosse addirittura di 270mila euro. E pare che il Caccia si fosse incontrato a Copenaghen con i dirigenti della Maersk al fine -secondo la Procura- di «lucrare il controvalore pecuniario dell’operazione di trasbordo».

Soldi per l’assistenza dei migranti

I migranti
Alcuni migranti che sono a bordo dell’Ocean Viking (Ansa)

Quindi. La Mare Ionio, l’11 settembre, salpa da Licata verso Lampedusa: poi vira verso la Maersk, il 20 ottobre 2020; e la Maersk bonifica 125 mila euro sul conto di Idra Social Shipping Srl, armatrice della nave. Per l’accusa, i dialoghi intercettati proverebbero la presunta trattativa. «Domani a quest’ ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi» spiega Casarini a Merz. Champagne, per brindare a un incontro, cantava Peppino Di Capri. Ma pure per «pagare stipendi e debiti», e eludere la legge ma facendo apparire l’operazione il più “legale” possibile. E ancora, si esalta Casarini: «Mi sa che abbiamo fatto il botto». E, in effetti, in un certo senso, il botto l’hanno fatto. l bonifico, datato 30 novembre, ha come causale «servizi di assistenza forniti in acque internazionali».

I magistrati diffidano assai. Sostengono che, per liberarsi dei migranti dopo il lungo stallo, i danesi presentino «un’emergenza sanitaria a bordo con richiesta di assistenza della Mare Jonio ufficialmente salpata per consegnare 80 litri di benzina», come attesta il comandante Pietro Marrone, indagato pure lui. Tra l’altro, a 12 miglia dalla costa italiana, dalla petroliera danese vengono fatti evacuare urgentemente una migrante «in presunto stato di gravidanza stimato al secondo trimestre» e il marito. La migrante viene visitata, in Italia, in ospedale; e si scopre non avere «nulla di patologico». E non è incinta. Il giorno dopo, il 12 settembre, arriva l’autorizzazione a sbarcare a Pozzallo i migranti. I «talebani dell’accoglienza» -li chiama Fausto Biloslavo– hanno risolto il problema ai danesi; e l’arrivo dei 125mila euro da Copenaghen, fa sì che Caccia preannunci a Casarini «l’attribuzione di una confortante gratifica natalizia», secondo gli atti giudiziari.

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