Argentina, le nonne di Plaza de Mayo ritrovano il nipote 131

Un ritorno eccezionale e che fa commuovere. Figlio di Lucia e Aldo, desaparecidos, sequestrati nel 1977 a Buenos Aires

Estela de Carlotto, presidente delle ‘Abuelas (Nonne) de Plaza de Mayo‘ ha annunciato a Buenos Aires il ritrovamento del 131/o nipote, figlio di genitori desaparecidos affidato dopo il parto della madre a una coppia complice della dittatura argentina (1976-1983). In una conferenza stampa nell’edificio della ex Scuola di meccanica della Marina‘, trasformato in luogo di incontro delle associazioni che lottano per i diritti umani, Carlotto non ha rivelato per il momento l’identità della persona restituita alla famiglia biologica, – l’interessato ha chiesto tempo “per abituarsi alla realtà scoperta ieri” – e si è limitata a riferire che “si tratta di un uomo che oggi ha 44 anni”.

Il ritrovamento
Le nonne di Plaza de Mayo (Ansa)

Una storia agghiacciante come lo sono tutte quelle che riguardano la situazione legata alla questione dei desaparecidos. La presidente delle Abuelas ha specificato che si tratta del figlio di Lucía Nadín e Aldo Quevedo, originari della provincia di Mendoza. Lucía nacque in quella città il 13 dicembre 1947 e Aldo il 26 novembre 1941 nella località di San Carlos.

L’identità dell’uomo che oggi ha 44 anni per ora resta segreta: ecco chi erano i genitori

Argentina
UN momento della manifestazione delle nonne di Plaza de Mayo (Ansa)

Trasferitisi a Buenos Aires, furono sequestrati il 9 ottobre 1977. La famiglia chiamava Aldo con il soprannome di ‘Negro’, o ‘Negrito’. Entrambi erano attivi nel movimento clandestino Prt-Erp. I compagni di scuola chiamavano Lucia ‘Chiquita’ e Aldo ‘Dipy’. Al momento del sequestro la donna era incinta di due o tre mesi, un particolare di cui la famiglia era all’oscuro. Entrambi sono stati rinchiusi nei centri di detenzione e tortura ‘Club Atlético’ e “El Banco”.

Dalle testimonianze dei sopravvissuti si è appreso che Lucía è stata portata via da ‘El Banco‘ tra marzo e aprile 1978 per partorire, forse proprio alla ex-Esma. Carlotto ha infine ricordato che “i quasi 300 uomini e donne che sono stati sottratti ai genitori durante la dittatura vivono fra noi con identità falsificata. Siamo determinati anche nel prossimo 2023 a batterci perché vi siano altre restituzioni“.

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