Gli uomini di Dalic (che non ha mai nascosto la sua enorme fede) sono soliti presentarsi a Medjugorje: Modric e compagni in ginocchio ai piedi della Madre Santa
Fede, fratellanza e amore. Lo spirito che porta ogni anno milioni di fedeli a Medjugorje è lo stesso che accompagna i componenti di una squadra di calcio alla vigilia di un appuntamento importante. Una fede incrollabile verso i propri obiettivi e le proprie convinzioni; la fratellanza che spinge una formazione a trasformarsi in un gruppo e l’amore verso la maglia, la bandiera o (come nel caso dei Campionati del Mondo di calcio) verso la propria nazione.
Trovare similitudini tra il mondo spirituale e quello calcistico può sembrare bizzarro e spregiudicato. Ma quando anche i campioni dello sport e in questo caso i plurimilionari calciatori professionistici, riescono a mandare messaggi positivi, diventa tutto più facile. Nei Mondiali in Qatar ci sono state diverse sorprese: su tutte il Marocco, capace di arrivare fino in semifinale e (per molti) la conferma della Croazia. La nazionale guidata da Dalic, finalista in Russia nel 2018, non veniva accompagnata da critiche positive alla vigilia del torneo. Pochi erano pronti a scommettere sui biancorossi.
Ma ancora una volta Modric e compagni hanno sbaragliato i pronostici e sono riusciti ad arrivare fino in fondo: contro l’Argentina si giocheranno un posto in finale e lo faranno dall’alto del titolo di squadra simpatia del torneo. La Croazia ha stupito per compattezza, spirito di gruppo e capacità di non arrendersi. Nei quarti di finale era andata sotto nei tempi supplementari contro il fortissimo Brasile, ma ha avuto la forza di recuperare il risultato e di ribaltarlo ai calci di rigore. Un’unione davvero forte, figlia delle tante esperienze vissute insieme: su tutte quella a Medjugorje.
Il miracolo Croazia
Si, proprio così, la nazionale croata è solita presentarsi a venerare e ringraziare la Madonna di Medjugorje: lo ha fatto dopo il Mondiale del 2018 e in altre occasioni. Tutto grazie alla volontà del tecnico Zlatko Dalic. Un uomo credente e capace di portare la propria fede ovunque, anche in panchina. Uno in grado di manifestarla in Bosnia, durante la guerra e che ha spinto i suoi ragazzi ai piedi della Madre Santa a Medjugorje. Un’immagine forte e significativa: i giocatori croati (con il capitano Modric in prima linea) sono venuti più volte a Medjugorje ed hanno intenzione di tornarci presto: magari per ringraziare Maria per l’ennesimo Mondiale da protagonisti. Dalic lo ha già fatto alla vigilia del Mondiale. A 45 giorni dalla partenza del torneo, percorse 120 km di cammino per raggiungere in tre giorni Medjugorje: “Grazie, Madre di Dio, per tutte le benedizioni. Confido in te, Signore”, scrisse sui social.