Raffaella Reggi: “Vi racconto Nick Bollettieri”

L’ex tennista Raffaella Reggi in esclusiva ai nostri microfoni: “Nick Bollettieri mi ha dato dei valori. Lui tirava il meglio da ogni ragazzo”.

La scomparsa di Nick Bollettieri ha lasciato un vuoto importante nel mondo del tennis. La nostra redazione ha contattato Raffaella Reggi, una delle due italiane che sono state allieve proprio del coach americano (l’altra è stata Sara Errani ndr). “Io sono andata da lui a 14 anni – ha detto ai nostri microfoni l’ex tennista – sono stata catapultata in una realtà ben diversa da da quella italiana. L’impatto è stato molto forte, ma la storia è durata ben 15 anni“.

Raffaella Reggi
Raffaella Reggi in esclusiva ci racconta Nick Bollettieri – Notizie.com – Facebook/Ansa

Chi era Nick Bollettieri?

Lui è stato il precursore della massima aggressività e dell’anticipo dei colpo da fondo campo. Ha dato una visione del tennis degli anni ’80 ben diversa da quella solita. Inoltre era anche un grande motivatore. Non tralasciava mai l’aspetto mentale e riusciva sempre a tirare il meglio da ogni ragazzo. Questo è stato per me molto importante. Mi ha dato dei valori“.

C’è un aneddoto particolare che ricorda?

Io sono arrivata in accademia con un ritardo. Al mio arrivo mi hanno detto di posare i bagagli e andare subito in campo da Nick. Dopo un quarto d’ora di palleggio, mi prese da parte e mi disse che entro un anno entravo tra le prime 50 del mondo. Alla fine ha avuto ragione. Dopo sette mesi ero la numero 47“.

Il rapporto tra Bollettieri e l’Italia?

All’inizio forse non era ben visto. Poi negli anni è stato apprezzato tanto che la Federazione in diverse occasioni gli ha affidato dei corsi di aggiornamento“.

Bollettieri
Nick Bollettieri è stato uno degli allenatori più importanti del tennis – Notizie.com – © Ansa

Esiste nel tennis di oggi un nuovo Bollettieri?

I paragoni non mi sono mai piaciuti. Ognuno ha la sua persona, ha il suo modo di allenare. Diciamo è unico nel suo genere. Sicuramente per eccellere bisogna essere bravi a confrontarti con l’atleta. Quindi magari bisognerebbe dare più spazio al lato umano prima di insegnare tennis. E questo negli ultimi anni forse sta un po’ mancando“.

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