Mondiali Qatar, Dragović: “Nessun disastro, dalla Serbia si pretende troppo”

L’ex portiere di Inter e Chievo, ora agente Fifa, ha parlato in esclusiva a Notizie.com. Il suo pensiero sull’eliminazione della Nazionale di Stojkovic.

Serbia fuori ai gironi in Qatar: 1 punto in 3 partite e ritorno a casa. Sorride la Svizzera, seconda nel gruppo G dietro al Brasile. Aspettative troppo alte, forse. È il pensiero di Vojislav Dragović, in controtendenza rispetto all’opinione generale. In Italia ha vissuto una doppia esperienza con le maglie di Chievo e Inter. L’ex portiere, ora importante agente Fifa, ha parlato in esclusiva a Notizie.com.

Voja Dragovic
“Voja” Dragovic ha parlato in esclusiva a Notizie.com (Ansa Foto)

Sig. Dragović, la Serbia ha deluso molto ed è stata eliminata. Se l’aspettava?

“Non la vedo in modo così negativo, il girone era uno dei più complicati del Mondiale. Il Brasile è di un altro pianeta, si vede da come giocano e come si difendono. La prima partita contro la Selecao sembrava una sfida di basket tra una squadra di NBA contro una europea… E anche la Svizzera ha grandi calciatori, si poteva vincere o perdere ieri, è andata male. Anche la sfortuna ha influito. Ma non lo reputo un disastro”.

Contro il Camerun sicuramente i rimpianti maggiori.

“Quella è la partita persa. Sì, persa. Dico così perché non puoi permettere agli avversari di pareggiare una volta che vai sul 3-1. Ho visto una gestione poco intelligente, ma il bello del calcio è pure questo”.

L’eliminazione poteva essere prevista?

“Ci deve essere la consapevolezza delle proprie potenzialità. Non c’è una grande tradizione ai Mondiali, in 4 edizioni abbiamo vinto solo 2 volte. Bisogna essere felici che la Serbia si sia qualificata per il torneo in Qatar. Non è scontata come cosa, chiudere le qualificazioni davanti al Portogallo è stato un grande successo. Io ho visto lo spirito giusto, i giocatori si sono sacrificati, hanno giocato motivati”.

Serbia
La Serbia ha perso la terza partita del Mondiale con la Svizzera ed è stata eliminata con 1 punto nella fase a gironi (Ansa Foto)

Aspettative troppo alte, insomma.

“Noi serbi abbiamo sempre un po’ l’abitudine di pretendere qualcosa in più rispetto a ciò che siamo in realtà. La Serbia ora non può paragonarsi ad altre nazionali più concrete. Un esempio è l’Uruguay, che tra l’altro è stato eliminato lo stesso”.

Chi può crescere di più in prospettiva?

“Il discorso vale per l’intera rosa. Non ci sono calciatori vecchi, tutta la squadra può aprire un altro ciclo. Ora bisogna pensare ai prossimi Europei, siamo i favoriti del girone di qualificazione. Un appuntamento da non sbagliare”.

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