Meloni respinge le “ingerenze” francesi: “Finita l’era dei governi Pd”

Scontro tra il presidente del Consiglio “in pectore” e il Governo di Parigi. Le parole del ministro francese degli Affari europei aprono un nuovo caso nei rapporti tra Italia e Francia

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Meloni chiede al Governo francese di smentire Boone (foto Ansa)

Nuovo casus belli nei rapporti tra Italia e Francia. Ad accendere la miccia l’intervista concessa da Laurence Boone, neo ministro per gli Affari europei del gabinetto guidato da Élisabeth Borne, al quotidiano “La Repubblica”. “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà, è l’incipit del colloquio della 53enne economista francese, in passato consigliere economico dell’ex capo dell’Eliseo François Hollande, con la testata diretta da Maurizio Molinari. Alla domanda sulle future relazioni col prossimo governo Meloni Boone sottolinea: “Rispetteremo la scelta democratica degli italiani. l’Europa deve rimanere unita, in particolare nell’affrontare la guerra che la Russia ha dichiarato in Ucraina, con le sanzioni che abbiamo adottato. Su questo punto, Meloni ha espresso chiaramente il suo sostegno a ciò che l’Italia sta facendo”. Ma poi l’affondo: “Dopodiché, è chiaro che abbiamo delle divergenze. Saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto. L’Ue ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri Paesi come l’Ungheria e la Polonia”. E sul timore, ventilato dall’intervistatore di Repubblica che l’Italia possa diventare una nuova Polonia o Ungheria, il ministro francese risponde che “non c’è ancora un nuovo governo in Italia” ma aggiunge anche che giudicheremo dai fatti. Le norme sullo Stato di diritto si applicano a tutti i 27 membri Ue”.

L’affondo di Meloni: “Parigi smentisca”

ira meloni contro francia notizie.com 20221007
Ira Meloni per le dichiarazioni del governo francese (foto Ansa)

Parole che hanno fatto infuriare la leader di FdI Giorgia Meloni che in un post su Facebook ha chiesto subito conto a Parigi. “Leggo su “La Repubblica” che il ministro francese per gli Affari europei, Laurence Boone, avrebbe detto: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà” e “saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”. Replicando lo scivolone già fatto qualche giorno fa dal primo ministro francese Élisabeth Borne, ha tuonato il premier in pectore. “Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il Governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita. Credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa”, ha aggiunto il presidente di FdI.

Lo “scivolone” del primo ministro Borne

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Giorgia Meloni all’esecutivo di FdI (foto Ansa)

Un intervento, quello del ministro Boone, in scia con le parole pronunciate dal primo ministro francese Élisabeth Borne il 26 settembre scorso, all’indomani dell’elezioni politiche in Italia che hanno sancito la vittoria di Fratelli d’Italia e della coalizione di centrodestra. “Ovviamente saremo attenti, e con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a garantire che questi valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, in particolare sul rispetto del diritto all’aborto, siano rispettati da tutti, aveva detto il primo ministro di Francia a Bfm Tv. Parole incendiarie che avevano scatenato proteste e reazioni in Italia e che poche ore dopo sono state di fatto “corrette” dall’intervento diplomatico del capo dell’Eliseo Macron. In una dichiarazione, il presidente francese ha lanciato l’appello a Roma a “continuare a lavorare insieme”, aggiungendo che “il popolo italiano ha fatto una scelta democratica e sovrana. Noi la rispettiamo. Come Paesi vicini e amici, noi dobbiamo continuare a lavorare insieme”. Ma le parole di oggi della Boone riaprono il caso e rischiano di incrinare i rapporti tra due Nazioni della Ue.

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