Campagna elettorale, i sondaggisti: ecco perché Meloni è la più efficace

La campagna elettorale estiva prosegue rovente fino al giorno del voto, tra comizi nelle piazze e video virali su TikTok. I sondaggisti spiegano chi la sta conducendo al meglio e chi no. 

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(Ansa)

Gli esperti della comunicazione politica spiegano però che questa volta la campagna elettorale è stata meno efficace del passato, ed è servita in misura minore a scuotere le coscienze dell’elettorato. Complice l’overdose di informazioni dovute ai social, e alla maggiore consapevolezza critiche dell’utente che ormai è sempre più in grado di distinguere un messaggio unilaterale lanciato da un politico volto a fare conoscere la propria posizione o proposta da un tentativo di propaganda volto solamente a condizionare l’opinione del pubblico in maniera fittizia, subdola e quindi falsa.

Quello che emerge dagli analisti politici e dai sondaggisti, tuttavia, e che nel mare magnum della comunicazione politica in rete quella che ne sta traendo maggiore fortuna è la candidata favorita, Giorgia Meloni, che continua a salire toccando il 25 per cento in quasi tutti i sondaggi commissionati dalle agenzie. Mentre il Pd giorno dopo giorno continua a scivolare verso il basso.

La strategia vincente di Meloni e quella perdente di Letta

Per molti esperti, infatti, è stata proprio la scelta da parte di Giorgia Meloni di portare avanti una campagna di basso profilo ad avere favorito la sua ascesa in termini di consenso. Già a partire dallo slogan scelto da Fratelli d’Italia, “pronti”, un messaggio non aggressivo ma “confermativo”, spiega al Messaggero il direttore scientifico dell’istituto Ipsos Enzo Risso. Che sottolinea non l’avversità di Meloni a Draghi, ma rimarca la sua differenza. Con il risultato che la tendenza è quella di una costante crescita del suo partito.

Strategia imboccata in direzione contraria da parte del Partito democratico, che “non sembrano aver centrato bisogni e attese dei cittadini”, spiega Antonio Noto, presidente dell’Istituto Noto sondaggi. Il suo slogan “Scegli”, ironizza il sondaggista, “non è una valida alternativa”, anzi è “come se, una volta iniziata la partita, si fossero presentati al campo sbagliato”. Non va così male per Giuseppe Conte, il cui “ritorno all’identità di base gli ha permesso di recuperare il dialogo con un elettorato deluso che lentamente si sta risvegliando”, spiega Risso, che spiega tra le righe come il movimento di Conte potrebbe raggiungere o persino superare la Lega di Salvini.

Tutto però sarebbe dovuto a uno dei temi più identitari di Conte, “la bandiera da issare e difendere come tema identitario: cioè il reddito di cittadinanza”. In Salvini, invece, Noto vede il declino del Pd di Matteo Renzi, “molto presente in campagna elettorale e capace di individuare i temi giusti, ma non gli basta”. “Analizzando la curva dei cicli di vita di un politico, quando finisci in picchiata repentina, puoi fare qualsiasi cosa, la tendenza è quasi impossibile da invertire”, prosegue, spiegando che il suo slogan Credo rischia di essere una mossa inutile.

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