Elezioni, Berlusconi: “Ma quale sfratto a Mattarella, Letta è in malafede”

Il leader di Forza Italia fa chiarezza sulla riforma della Costituzione: “Una volta e se approvata la norma sarebbero necessarie le dimissioni del capo dello Stato”

Le parole di Silvio Berlusconi sul presidenzialismo e sulle possibili dimissioni del presidente Mattarella hanno creato una bella bufera e sollevato un mare di polemiche, soprattutto da sinistra, ma il leader di Forza Italia ci tiene a spiegare e precisare bene il suo pensiero e sul quotidiano Il Giornale, prova ad approfondire: “Ma quale preavviso di sfratto! Qui ormai viene distorto il significato delle parole! Si strumentalizza anche l’ovvio. Come possono verificare tutti ascoltando la mia intervista, non ho mai attaccato il Presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni”.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi è pronto ad una campagna elettorale simile a quella del 1994 © Ansa

E ancora, ci tiene a spiegare per bene quello che voleva dire nell’intervista a Radio Capital: “A domanda specifica ho solo detto una cosa scontata, lapalissiana, e cioè che una volta approvata la riforma costituzionale sul Presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che ripeto potrebbe peraltro essere eletto di nuovo. Tutto qui lo scandalo: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centrodestra. Come si possa scambiare questo per un attacco a Mattarella rimane un mistero. O, forse, si può spiegare con la malafede di chi, come Enrico Letta, mi attribuisce un’intenzione che non è mai stata la mia”

“Parlo del presidenzialismo dal 1995 non da adesso”

meloni salvini berlusconi
(Ansa Foto)

Sul tema del presidenzialismo interviene su una necessità del Paese: governabilità e stabilità, in questa legislatura addirittura si sono succeduti tre governi di segno diverso. I primi due, il Conte uno e il Conte due, con maggioranze che erano agli antipodi. L’instabilità politica forse è la questione principale che fa scappare gli investitori dal Paese. Lei, chiede Minzolini, in passato ha posto l’argomento più volte, ma forse non è arrivato davvero il momento di dare al Paese una riforma Costituzionale che affronti il tema dell’ingovernabilità? “È per questo che ho posto il tema del presidenzialismo. Fin dal 1995 ho parlato, con un ampio discorso alla Camera, di una riforma istituzionale in questo senso. Da allora non ho mai cambiato idea. Si tratta di attribuire finalmente agli italiani il diritto di scegliere direttamente chi debba guidare l’esecutivo, come avviene in America, come avviene in Francia“.

Per Silvio Berlusconi i centrosinistra “il Pd ha cominciato una campagna elettorale bruttissima, fatta di menzogne, una dietro l’altra“. Il leader di Forza Italia non ci sta e attacca: “Ci accusano tra l’altro, appunto, di essere responsabili della caduta del governo Draghi, ma quanto è accaduto è chiaro a tutti: il Movimento 5 stelle ha deciso di uscire dalla maggioranza, determinando la fine delle larghe intese e il Presidente del Consiglio, di conseguenza, ha deciso di andare dal Presidente della Repubblica a rassegnare le dimissioni. Noi, al contrario, abbiamo chiesto, con un atto formale in Senato, che il governo andasse avanti fino alla fine della legislatura, naturalmente senza i Cinquestelle. Considero molto grave il linguaggio protervo e offensivo della sinistra: evidentemente si vuole una campagna elettorale fondata sulla malafede, sulla falsificazione, sulla demonizzazione dell’avversario. La cosa peggiore per il Paese. Forza Italia e il centrodestra non si presteranno mai a questo gioco e continueranno a mettere sul tavolo proposte costruttive per il futuro e il benessere degli italiani”.

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