Elezioni, destra pigliatutto: l’Italia si colora di blu

Il dietrofront di Calenda ha fatto perdere circa 29 seggi al Pd, mentre Meloni e gli alleati prendono tutto o quasi. In crescita Conte

Una situazione già decisa? A sentore sondaggisti e politologi sembra proprio così. Non solo. A sostenerlo ora è anche l’Istituto Cattaneo che ha aggiornato le stime rispetto alle elezioni politiche del 25 settembre per una nuova valutazione delle forze in campo ai “nastri di partenza“: il balletto con rottura finale Letta-Calenda causa un ulteriore tracollo al Pd, 19 seggi persi alla Camera e 9 al Senato; il voto utile non esiste se si considera tale per evitare che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia possano cambiare la Costituzione in quanto è ancora improbabile che possano conquistare i 2/3 del Parlamento; il voto utile per battere il centrodestra sarebbe possibile soltanto con una coalizione che unisse il più possibile del centrosinistra attorno all’asse Partito democratico-Movimento cinque stelle.

meloni salvini berlusconi
Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, i leader del centrodestra (Ansa Foto)

L’aggiornamento dello studio del Cattaneo è stato realizzato tenendo conto della rottura del patto tra Partito democratico e Azione di Carlo Calenda. Risultato: il centrodestra unito con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – rispetto allo studio precedente che considerava Calenda e Renzi nel centrosinistra insieme a Pd, +Europa e Verdi-Sinistra – guadagnerebbe 19 collegi uninominali alla Camera e 9 al Senato. Nonostante ciò la possibilità che il centrodestra di Berlusconi, Salvini e Meloni conquisti i 2/3 del Parlamento così da poter cambiare la Costituzione a proprio piacimento.

Il centrodestra unito arriverebbe intorno al 46%, il centrosinistra al 30%

I due leader
Calenda e Letta, la rottura è insanabile (foto Ansa)

I micro-partiti personali di Calenda e Matteo Renzi, se uniti, potrebbero ambire a raggiungere il 3% per poter entrare in Parlamento, ma nonostante la grancassa mediatica attorno alla figura dell’ex ministro dello Sviluppo economico la partita rimane aperta: Azione e Italia vivapotrebbero allearsi fra loro dando vita a una lista comune indipendente che ha chance di superare la soglia di sbarramento del 3% e dunque di accedere alla ripartizione dei seggi della quota proporzionale”.

Nel complesso, considerando le medie di tutti i sondaggi pubblicati tra la seconda settimana di luglio e la prima di agosto, ai tre partiti di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) viene attribuito circa il 46% delle intenzioni di voto sul piano nazionale, al M5S poco meno del’11%. Per stabilire quale quota di voti è plausibile attribuire oggi al centrosinistra e alla ipotizzata lista Italia viva-Azione, facciamo ricorso alla stima delle intenzioni di voto dei sondaggi pubblicati nei primi quattro mesi del 2022, quando Azione e +Europa venivano misurate separatamente. Il risultato non è distante da ciò che vari sondaggisti cominciano a dire verbalmente basandosi su singole rilevazioni dell’ultima settimana. Il centrosinistra arriverebbe a circa il 30%, la lista Italia viva-Azione al 6%.

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