Zeman a Notizie.com: “Palomino? Vicenda strana, spero sia un caso isolato. Lo spero…”

Il tecnico boemo è perplesso: “Non ho prove, ma ahimé qualcuno ancora oggi tenta sempre di seguire e trovare ‘alternative’ al semplice lavoro. E non si fa…”

Burbero, secondo qualcuno, in realtà è un uomo di una umanità e dolcezza straordinaria. Uno di quelli che ha davvero cambiato il calcio, rendendolo ancora più bello di quello che già è. Gli si rimprovera spesso di non aver vinto granché, ma vedere le sue squadre giocare a pallone, fare spettacolo e far divertire la gente (e ce ne sono state tante), è già una vittoria. E grande anche. Certo se gli nomini la Juve, Moggi o i casi di doping accertati che c’erano allora e i sospetti che ci potrebbero essere anche oggi, allora si trasforma e diventa cattivo, cattivissimo, velenoso e graffiante. Per uno come Zdenek Zeman provare a “barare” o seguire strade diverse dal semplice lavoro del campo e della fatica, è un sacrilegio vero e proprio. “Una cosa che non si deve fare, inammissibile perché lo sport, dal calcio al tennis o qualsiasi esso sia, è bello così com’é: quando ti applichi, sudi, lavori, fatichi e poi vedi che il frutto del tuo lavoro viene fuori e vieni ricompensato è la soddisfazione più grande“, confessa a Notizie.com il tecnico boemo.

Il Mito
Il tecnico Zdenek Zeman nell’ultima esperienza al Foggia (foto Ansa)

In questi ultimi due giorni, il calcio è scosso dal caso Palomino, trovato positivo al Nandrolone, uno steroide anabolizzante che, se trovato ad un atleta dopo un esame delle urine, può essere sospettato di doping. E anche il boemo, che contro il doping ne ha fatta quasi una crociata, non nasconde qualche perplessità a Notizie.com: “Il caso di positività di Palomino è una vicenda strana, non lo so cosa pensare, mi spiace per il ragazzo e spero tanto sia un caso isolato. Lo spero per davvero, vediamo quello che si scopre andando avanti. Certo, trovare il nandrolone dopo un test a sorpresa fa un po’ pensare e riflettere, ma possono essere tante le cause. E’ strano, lo ripeto, ma si deve aspettare…mi auguro sia una casualità, anche se…”.

“Io non ho niente contro la Juve, mi fa solo schifo chi nello sport prova a barare, non rispetta le regole come fanno tutti e mette a rischio la salute degli atleti. Il doping questo fa, e ancora oggi per me c’è sempre qualcuno che tenta, ma non ho le prove, altrimenti…”

Il boemo
Il tecnico Zdenek Zeman (foto Ansa)

Certo è curioso che sia accaduto proprio all’Atalanta che da anni da questo punto di vista viene un po’ monitorata e chiacchierata anche per via della presenza di Jens Bangsbo, il professore che si occupa della preparazione dell’Atalanta da tempo accostato a pratiche non proprio consone e accusato negli anni della Juve proprio di Doping. In più il boemo fece una battuta sul fatto che la squadra bergamasca correva tanto “stranamente“, ma lui qui si adombra: “Fui equivocato, non mi riferivo a quello ma al fatto che con tutti i problemi che avevano avuto durante la pandemia fossero riusciti a lavorare bene come poi hanno fatto. Tutto qua”.

Ma quando gli chiedi se nel calcio o nello sport in generale va tutto bene, la pausa è lunghissima e la risposta altrettanto: “Non mi pento di nulla di quello che è stato anni fa sul doping e quello che dissi, anzi ne vado ancora fiero e ancora oggi la gente mi ringrazia, non so se le mie parole servirono a qualcosa, qualcuno lo penso, non lo so. Quella fu una situazione pesante, ma io con la Juve non ho nulla. Mi fanno solo schifo le persone che provano a barare, a non seguire le regole come fanno tutti e poi ero preoccupato della salute degli atleti. Oggi? Non ho le prove, naturalmente, ma nel calcio e nello sport in generale, credo sempre anche oggi ci sia qualcuno che provi ad alterare o a seguire strade diverse dal lavoro vero e proprio, dallo sport puro. Se sapessi qualcosa e avessi la certezza, lo direi senza avere paura o timori di nessun genere“. Firmato Zdenek Zeman, uno dei pochi, se non l’unico che ha cambiato il mondo del calcio e il gioco del calcio a modo suo. Uno spirito libero. Una persona di cui si sente ancora tanto bisogno.

 

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