Secondo l’analisi fatta da “La Notizia”, la mobilitazione invocata dal Presidente del Consiglio rappresenterebbe solo una piccola minoranza di fedelissimi, oltre a mettere in evidenza una perdita di credibilità istituzionale
“La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del governo è senza precedenti e impossibile da ignorare“. Sono queste le parole di Mario Draghi nel corso del suo discorso al Senato, ribadite pure nella sua replica, quando si è difeso dall’accusa di aver chiesto “pieni poteri”. Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Notizia”, però, questa “mobilitazione senza precedenti” altro non sarebbe che un appello di qualche ordine professionale, circa 2mila sindaci toscani ed emiliani e il fedele supporto di Bonomi e Confindustria. Insomma, non proprio un insieme tale da essere considerato come “gli italiani”.
Un po’ quello che ha fatto notare al presidente del consiglio Pierferdinando Casini: “Lei è qui non solo perché glielo hanno chiesto gli italiani, ma perché il Parlamento non le ha mancato la fiducia. Attenzione a invocare gli italiani: vorrebbe dire andare al voto“.
Il popolo italiano solo immaginario
Un concetto espresso fondamentalmente anche da Giorgia Meloni, che fa notare l’analogia tra il Salvini accusato di volere pieni poteri e Draghi che sostanzialmente dice la stessa cosa, come a certificare che il populismo sovranista ha gli stessi contenuti di quello delle élite. L’analisi del quotidiano continua sottolineando che il pensare che esista “un popolo” immaginario non certificato da un risultato elettorale che possa mettere in disparte il Parlamento significa perdere la credibilità istituzionale. E la conclusione di questo ragionamento viene affidata a un tweet di Alessandro Robecchi: “Gli appelli di Draghi servivano a permettere a Draghi di dire che il Paese è con lui. La ConfCocomeri, le madamine, gli eroi della pandemia che van sempre bene finché non devi aumentargli lo stipendio. Farsi un popolo immaginario e dire che sta cosa con te, cosa può andare storto?“.
