Cosa farà giovedì il partito di Conte? Tutti gli scenari e l’ipotesi “farsa”

La clamorosa indiscrezione: dopo settimane di tira e molla, c’è la possibilità che il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte si rimangi lo strappo nei confronti del governo Draghi. L’alternativa sarebbe andare fino in fondo, e a quel punto il governo Draghi si troverebbe in una situazione piuttosto delicata. 

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(Ansa)

A non escludere la permanenza dei grillini nell’esecutivo è stato il capodelegazione del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli, mentre al contrario per Fratelli d’Italia, l’unico vero partito di opposizione, bolla il tutto come la solita “commedia” a all’italiana. Una strategia, insomma, dovuta dal fatto che l’opposizione, come nel caso del partito di Giorgia Meloni, paga, mentre lo stare al governo per i grillini significa andare a picco nei sondaggi. Così comincia a emergere l’idea che Conte possa avere solamente fatto “la mossa”.

La possibilità di un’uscita dall’Aula e le conseguenze

Da giorni infatti si preannuncia che giovedì il partito guidato da Conte uscirà dall’Aula del Senato per non votare il decreto Aiuti su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, ma su cui i “contiani” affermano di trovarsi in dissenso. Visto che in questo caso il voto sarà unico i grillini non potranno adottare lo stesso schema già visto alla Camera, dove hanno votato sì alla fiducia pur indicando astensione sul singolo provvedimento.

Nel caso di un’uscita dall’Aula gli esiti sarebbero a questo punto molto incerti per il governo Draghi, che otterrebbe comunque la fiducia anche al Senato, visto i numeri, ma si troverebbe davanti una situazione piuttosto complessa e delicata. Tanto che da giorni si inizia a vociferare della possibilità di un “Draghi bis”, e molti immaginano che dietro la mossa di Di Maio di fondare un suo movimento politico pro-Draghi abbia fondamento proprio nella possibile uscita dei Cinque stelle.

Il Draghi bis sarebbe infatti un esecutivo guidato sempre dall’ex capo della Bce ma senza i grillini che fanno riferimento al partito di Giuseppe Conte, con la maggioranza garantita proprio dai “dimaiani” di “Insieme per il futuro”. Un’eventualità che tuttavia Draghi sembra avere escluso fin dal primo momento, o almeno lo ha fatto certamente lo scorso 30 giugno quando disse che l’attuale governo sarò “l’ultimo” di questa legislatura.

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